Spesso ci dimentichiamo che la psicologia non è solo una scienza atta alla cura e alla prevenzione di un disturbo o di una problematica, avvicinandola per stereotipi alla medicina. Come molte discipline buona parte della psicologia è dedicata alla ricerca, allo studio della mente secondo il metodo scientifico galileiano (specialmente durante il ventesimo secolo quando gli strumenti non erano sufficientemente avanzati) per la ricerca di nuove tecniche e pratiche per la cura, la prevenzione o il mantenimento della Salute delle persone. A tal proposito oggi parleremo di una nuova forma di terapia dedicata alla guerra contro le demenze.
La degenerazione celebrale
La degenerazione celebrale è un problema tipico dell’invecchiamento, una triste realtà spesso inevitabile della vita, che colpisce gli anziani con il progredire dell’età. La terapia in questione propone un metodo alternativo per contrastare l’avanzamento della demenza tramite l’impiego di una semplice bambola. Prende il nome di “Doll therapy” la pratica che si propone come antidoto all’invecchiamento mentale: lo strumento infatti si propone di contrastare l’apatia stimolando le emozioni. La necessità di uno strumento di questo tipo nasce dal momento che i problemi mentali legati all’invecchiamento sono in aumento non solo nella popolazione italiana, primo tra tutti il famoso Alzheimer che si presenta in 5 milioni di casi in più ogni anno.
'Doll therapy'
La “Doll therapy” si propone di rallentare l’avanzamento di malattie come l’Alzheimer mantenendo la stimolazione emotiva: è risaputo infatti che l’empatia di un individuo è indirettamente proporzionale alla diffusione di un disturbo celebrale nella persona in questione, all’aumentare del problema cala l’empatia e la percezione emotiva.
È quindi fondamentale mantenere attive le terminazioni emotive in un paziente a rischio, rafforzando così l’ultimo baluardo che salvaguardia la mente dalla demenza senile. Fortuna vuole che la terapia in questione, nata in Svezia per contrastare non tanto le malattie senili ma l’autismo, senza l’impiego di farmaci risulti essere efficace, allontanando la manifestazione del disturbo in un campione consistente di soggetti sperimentali a rischio. La sperimentazione aiuta anche il controllo dell’ansia e dell’agitazione, risultando quindi una vera e propria necessità per un anziano.