Il 2018 ha segnato l'inizio della fine per diverse celebrità hollywoodiane. Infatti, da qualche mese in America dilaga il movimento #metoo, che punta a dar voce alle donne vittime di abusi sessuali nell'ambito dello spettacolo e dell'intrattenimento. Tra i volti famosi finiti nel vortice delle accuse c'è Bill Cosby, noto anche come il "papà buono" della serie "The Robinson", in onda durante gli anni '80-'90. L'attore comico si trova nell'occhio del ciclone, e rischia dai 10 ai 30 anni di prigione per gli abusi che circa vent'anni fa lo avrebbero resero l'incubo di diverse donne.

Le due facce di Bill Cosby

Un verdetto duro per un uomo di 80 anni: la prigione rischia di essere la sua ultima dimora se la sentenza definitiva si rivelasse a danno del presunto aggressore. Certo, la giustizia è cieca e non si può graziare un uomo solo per la sua età, ma proprio su questo punto dovremmo riflettere un momento: perché le denunce sono state presentate oggi, a vent'anni di distanza dai presunti crimini? E perché proprio ora?

La risposta è semplice, ma per capirla a fondo serve il supporto empatico della psicologia, attraverso la quale possiamo immedesimarci con le vittime per capire le loro motivazioni. Siamo negli anni '90, e Bill Cosby è indubbiamente un Vip, un volto noto a tutti, un uomo popolare oltre ogni limite grazie alla sua serie, ma la sua doppia faccia è nota a poche, le sue vittime: donne che cercavano di ritagliarsi una fetta di successo nel mondo della Tv, giovani apprendiste per i più sconosciute.

È facile immaginare come, puntare il dito verso un divo della televisione, specialmente se non si vanta la stessa popolarità, non sia facile.

I danni da abuso

Inoltre, va considerato il danno psichico che una vittima di abusi vive, danno caratterizzato da un senso di impotenza, isolamento e paura, che non facilitano la presa di posizione e la presentazione della denuncia.

Capita spesso che le vittime di abusi perdano fiducia in se stesse, rimanendo impotenti di fronte agli eventi che le circondano, arrivando addirittura a credere in qualche modo di meritare quegli abusi, allontanando ulteriormente la possibilità di denunciare l'accaduto.

Una spirale degenerativo-depressiva che condanna le vittime in una condizione di isolamento che le condizionerà per tutta la vita: l'unico sistema per superare il trauma dell'abuso da parte di un capo o di una figura popolare intoccabile, è attraverso l'elaborazione dell’episodio tramite la parola, la confessione.

Fortuna vuole che, da qualche mese a questa parte, sia nato il movimento #metoo per dare voce a chi non ha mai avuto il coraggio di raccontare delle violenze subite, e tra le tante donne che hanno trovato la forza di riportare la loro testimonianza ci sono anche le vittime di Bill Cosby.