Oggi 31 maggio 2018 ricorre il World No Tobacco Day, la giornata mondiale senza tabacco istituita per la prima volta dall'OMS il 7 aprile 1988. Quest'anno il tema scelto sono le malattie cardiovascolari, prima causa di morte nelle società consumatrici di tabacco: nel mondo i fumatori sono pari a 1.1 miliardi, di cui 6 milioni ogni anno muoiono per aver consumato abitualmente tabacco mentre oltre 680.000 decessi sono dovuti all'esposizione cronica al fumo passivo. In Italia il numero di fumatori ha superato gli 11,5 milioni, più del 22% della popolazione, e si registrano tra i 70.000 e 83.000 casi all'anno di morte per infarto, ictus, tumore al polmone e BPCO (broncopneumopatie croniche ostruttive).
27 patologie correlate
Cancro, malattie polmonari come la BPCO e ictus sono le principali patologie correlate al consumo di tabacco, ma recenti ricerche hanno confermato che malattie, sindromi e allergie determinate dalla sigaretta ammonterebbero addirittura a 27, tutte attualmente riconosciute. Un pericolo per la Salute pubblica non indifferente secondo l'OMS e con un'alta incidenza anche sull'economia delle famiglie, che spesso rimangono senza lo stipendio di un parente fumatore che decede prematuramente.
In particolare il fumo di sigaretta è legato allo sviluppo di ipertensione, prima causa di accidenti vascolari come ad esempio l'infarto del miocardio, le trombosi e gli ictus cerebrali. Le malattie del cuore e dei vasi uccidono più di qualunque altra causa di morte e di tutti i decessi che coinvolgono il malfunzionamento del sistema cardiovascolare, più del 12% è dovuto al consumo di tabacco o a esposizioni regolari al fumo passivo.
Fumatrici in aumento
In Italia è aumentato drasticamente il numero di fumatrici e la causa sarebbe il diverso impatto che ha sulla donna lo stress emotivo. Ansia, depressione e altri disturbi dell'umore sono i motivi che spingono ad accendere la sigaretta ma, in un circolo vizioso inesauribile e oggetto di studio da parte della comunità scientifica, sarebbero essi stessi determinati dal consumo regolare di tabacco.
Secondo una ricerca promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi su un campione di 1.502 donne, nella fascia di età compresa fra 15 e 65 anni circa il 45% fuma (di cui il 38% lo fa abitualmente) e 10 donne su 100 consumano quasi 20 sigarette al giorno, un numero che secondo le preoccupanti statistiche potrebbe subire un drastico aumento nei prossimi 10 anni.
Il motivo principale sarebbe la necessità di scaricare stress e frustrazione e se per tutti sembra così difficile smettere con questa insana abitudine, per le donne potrebbe esserlo ancora di più per via della paura di aumentare di peso.
Minori, tabacco e alcool
In alcune zone del mondo i bambini sono impiegati come lavoratori a cottimo nelle piantagioni di tabacco dove subiscono ingiurie e soprusi da parte dei capisquadra. Trattandosi di lavorazioni a diretto contatto con la materia prima, la maggior parte di loro sviluppa la "malattia da tabacco verde", un quadro patologico gravissimo legato all'assorbimento di nicotina per via transcutanea.
In Italia, molto lontano da queste situazioni borderline, i minori che consumano sigarette sono nella misura di uno su 10 hanno tra i 14 e i 17 anni e cominciano a fumare nelle scuole superiori secondarie, mentre una discreta minoranza prova per la prima volta alle scuole elementari.
La dipendenza dal fumo di tabacco si accompagna ad altri effetti collaterali come ben illustrato da un intervento di Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. Un rischio legato al consumo/abuso di sigarette sarebbe quello di sviluppare ulteriori dipendenze fra le quali quella da alcool o droghe pesanti. Il 12% dei minori ha dichiarato di aver avuto ricorrenti episodi di binge drinking ovvero l'assunzione ravvicinata nel tempo di più bevande alcoliche, mentre oltre la metà dei fumatori cronici ha sperimentato il consumo di cannabis.
Perché smettere?
L'Istituto Superiore di Sanità ha istituito il numero verde 800.45.40.88, che nell'arco di quasi 15 anni ha preso in carica le richieste di aiuto di più di 50.000 fumatori che hanno deciso di smettere.
Smettere significa prima di tutto ritornare ad essere la persona che si era prima di cominciare a fumare: la nicotina e le altre 250 sostanze cancerogene o tossiche rendono nervosi, agitati, all'apparenza più attenti ma nella realtà dei fatti più irritabili e aggressivi, specialmente verso i familiari.
Dopo qualche minuto dall'ultima sigaretta fumata, i livelli di nicotina presenti nel sangue cominciano a diminuire rapidamente e nell'arco di 20 minuti frequenza cardiaca e pressione sanguigna cominciano a stabilizzarsi. Dopo 12 ore di astinenza il monossido di carbonio disciolto nel sangue si riporta ai normali valori fisiologici e tutta la circolazione subisce un significativo miglioramento. Entro poche settimane migliorano le funzioni cardiache e polmonari e nel giro di qualche anno il rischio di sviluppare ictus, tumore al polmone e malattie cardiache si abbassa quasi al livello dei non fumatori.