Trapianto utero riuscito e miracolo della vita realizzato: primo bimbo nato grazie a un trapianto di utero tra gemelle omozigoti. Potrebbe essere riassunto così il fatto avvenuto all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna e che sta facendo il giro del mondo. Nulla, però, soprattutto quando si tratta di medicina avviene per caso. A prendere parte al singolare caso in cui un trapianto d'utero tra gemelle ha portato al concepimento di un bambino è stata un'equipe medica di rango internazionale. Il fatto rappresenta un grandissimo esempio di amore tra familiari.
Sì, perché a rendere possibile il tutto è stato l'importante gesto d'altruismo di una sorella che ha scelto di donare alla propria gemella, 38enne, il suo utero, essendo nata senza. Già madre di tre figli, desiderava fortemente che presto anche l'altra potesse realizzare il sogno di diventare mamma.
Una vicenda molto articolata
La vicenda, come detto, si conclude nel migliore dei modi al Policlinico Sant'Orsola di Bologna. A venire alla luce è una creatura di 2 kg e 970 grammi. E' nato con parto cesareo e adesso sia lui che la mamma stanno bene. Il cammino, però, per arrivare a questo punto è stato piuttosto complesso. Basti pensare, che per effettuare il trapianto d'utero era stato necessario un intervento durato quasi quindici ore.
L'espianto è durato dieci, il trapianto cinque presso la clinica universitaria pediatrica di Belgrado, nel marzo dello scorso anno. Un'operazione resa possibile, naturalmente, dalla grande generosità della donatrice, ma anche e soprattutto dalla forte voglia di maternità di una donna donna nata senza utero per una malformazione congenita.
Le due sorelle, gemelle omozigotI, sono di origine serba, ma da lungo tempo vivono in Italia. Ad assisterle in questo lungo e tortuoso percorso ci sono stati il direttore della clinica Stocholm IVF, pioniere della tecnica di trapianto, Mats Brannstrom. Assieme a lui altri professionisti di fama mondiale come Milan Milenkovic, Miroslay Djordjevic e Stefan Tullius, direttore della Divisione Trapianti del Brigham and Women’s Hospital alla Harvard Medical School.
Trapianto utero e procreazione assistita necessaria
Una volta avvenuto l'espianto e l'impianto, affinché potesse concretizzarsi la fecondazione è stato necessario ricorrere alla procreazione assistita. Come avviene in questi casi si è utilizzato un embrione crioconservato della coppia.
Per il dottor Brannstrom il risultato ottenuto rappresenta una pietra miliare della riproduzione. E' lui stesso, però, a puntualizzare che si tratta di una tipologia già effettuata in casi che prevedevano una mamma donatrice. In quei casi si raggiunge una percentuale di nascite dell'85%. Quello, invece, di Bologna è il primo caso assoluto di trapianto d'utero tra gemelle omozigoti. Questo, per certi versi, ha rappresentato un vantaggio poiché non è stato necessario prestare una terapia immunosoppressiva, tenuto conto che le donne sono geneticamente identiche. Secondo quanto riportano alcune fonti, come 'Bologna Today', l'operazione nel complesso sarebbe costata circa 50.000 euro.