Nipah henipavirus, è questo il nome e la specie del virus che sta scuotendo ora l’India e ha attirato l’attenzione del WHO. Il virus è stato scoperto la prima volta 1998 in Malesia, si è esteso fino al Bangladesh, l’India e Singapore. Il suo nome, Nipah, è stato proposto durante la sua scoperta, avvenuta in una clinica attraverso materiali derivanti da un caso umano fatale. I materiali provenivano da Kampung Sungai Nipah.

Nipah è un virus ad RNA: il DNA viene trascritto in RNA che viene quindi tradotto in proteine. Esso fa parte della famiglia dei Paramyxoviridae, famiglia che contiene al suo interno virus polmonari, parainfluenze e altri virus poco comuni al mondo sviluppato.

Il virus produce una zoonosi trasmissibile anche all’essere umano: inizialmente si pensava venisse trasmesso esclusivamente dall’animale all’essere umano, successivamente si notò che l’uomo infetto aveva anch’esso la possibilità di infettare altre persone.

L'azione parassitaria del virus sul corpo

Gli ospiti naturali di tale virus sono le “volpi volanti”, comunemente noti come pipistrelli della frutta, e ciò ne permette una caratterizzazione geografica. Di fatto, dopo varie analisi, si è riuscito a creare una cartina di diffusione della zoonosi e si è visto come anche i pipistrelli della frutta africani sono risultati positivi a tale analisi. A livello domestico è stato identificato nei maiali, cavalli, capre, pecore, cani e gatti ma è estremamente contagioso nei maiali i quali a loro volta molto spesso infettano l’uomo tramite il consumo di carni infette.

Nell'uomo

La patologia nell’uomo può essere asintomatica o può provocare anche crisi respiratorie acute fino ad encefaliti fatali. Il tutto ha inizio con una comune influenza, che può generare senso di vertigini e convulsioni, le crisi respiratorie e le encefaliti subentrano nei casi severi dopo le prime 24/48 ore. Il periodo di incubazione varia dai 4 ai 14 giorni, ha toccato anche periodo di 45 giorni in casi estremi.

La patologia ha un tasso di mortalità che varia dal 40% al 75% che variano in base alla zona geografica, al livello di sorveglianza clinica e distanza da cliniche attrezzate. Al momento non esistono trattamenti di alcun genere, non esistono vaccini e antivirali per trattare la patologia. La diagnosi può essere fatta tramite tecniche immunologiche ed enzimatiche come può essere il test ELISA o RT-PCR o PCR (queste ultime due si basano sul DNA virale per eseguire l’analisi ed identificare i vari agenti patogeni).