La Food and drug administration, ovvero l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di prodotti alimentari e farmaceutici, ha approvato un farmaco per la cura della malaria recidivante. Il farmaco approvato dalla Fda si chiama Krintafel, il cui principio attivo è la tafenoquina. Il medicinale è stato sviluppato dalla GlaxoSmithKline, la multinazionale farmaceutica britannica. Dopo oltre 60 anni si tratta del primo nuovo farmaco contro la malaria ricorrente. La tefenoquina riesce ad eliminare il parassita che è causa della malattia.
Il parassita tende a nascondersi nel fegato dove può rimanere silente per settimane o mesi. Il principio attivo di questo nuovo farmaco "stana" il plasmodio dal sito dove si nasconde e quindi impedisce che la malattia si ripresenti.
In realtà esiste già un farmaco che si chiama primachina, in grado di trattare la malaria che si nasconde nel fegato, tuttavia deve essere assunto per 14 giorni, mentre nel caso della tafenoquina è sufficiente l'assunzione di una sola dose. Si tratta di un vantaggio non da poco se consideriamo che molte persone smettono di assumere il farmaco dopo pochi giorni perché iniziano a sentirsi meglio, ma questo consente al parassita di entrare in una fase "dormiente" e quindi di risvegliarsi in un secondo momento.
In effetti la malaria recidivante è la forma più comune di questa patologia al di fuori del'Africa subsahariana. A risultare particolarmente a rischio sono i bambini. Inoltre anche chi è già affetto dalla malaria può fungere da serbatoio della malattia in quanto se il parassita esce dalla fase "dormiente" e quindi si riattiva e la persona infetta viene punta da una zanzara, l'insetto a sua volta può trasmettere il plasmodio a qualcun altro.
Ed è questo uno dei motivi che rende particolarmente difficile l'eradicazione di questa malattia infettiva in tutto il mondo.
Tafenoquina, il nuovo farmaco contro la malaria
Tuttavia la tafenoquina, come ogni farmaco, ha i suoi effetti collaterali. Nel caso specifico si segnalano diverse raezioni avverse, in particolare non è indicato per i pazienti che presentano un deficit del G6pd (glucosio -6-fosfato deidrogenasi).
Si tratta del difetto enzimatico più comune nell'essere umano. In questi casi infatti la tefenoquina può comportare una grave forma di anemia, pertanto le autorità regolatorie raccomandano che venga effettuato un test per accertare l'esistenza di questo eventuale difetto enzimatico prima di procedere alla somministrazione del medicinale contro la malaria. Un ulteriore effetto avverso è stato osservato nei pazienti che presentano dei disturbi psichiatrici. In questi ultimi nel caso di una assunzione superiore a quella raccomadata si è assistito alla comparsa di reazioni avverse severe, sempre di tipo psichiatrico. Pertanto, come d'altronde con qualsiasi altro medicinale, va sempre stimato il rapporto rischio beneficio.