La curcumina è il principio attivo principale (rappresenta il 60% delle molecole coloranti color giallo-arancio denominate curcuminoidi) che ritroviamo nel rizoma della Curcuma longa, nota spezia ampiamente utilizzata nella cucina indiana, ma oggi reperibile fresca anche in Italia. La curcuma possiede straordinarie proprietà medicinali, tra cui quella anti-cancro attestata da numerosi studi clinici, l'ultimo dei quali è quello della University of California di San Diego School of Medicine, in collaborazione con ricercatori dell'Università di Pechino e Zhejiang.

Uno dei problemi della curcumina è tuttavia quello della scarsa biodisponibilità, superato grazie alla recente scoperta degli scienziati dell'Università dell'Illinois, Usa, che sono riusciti a combinarla con il platino in un'eccezionale sinergia dalla potente efficacia anti-cancro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.

Curcumina poco solubile e biodisponibile

La curcuma è da tempi immemori utilizzata nella medicina Ayurvedica e tradizionale cinese per i suoi effetti antinfiammatori, antiossidanti, cicatrizzanti e per la capacità di protegge la Salute del fegato e dall'apparato digerente. Non mancano studi e scoperte recenti che ne attestino virtù persino più rilevanti quali proprietà anti-diabete, anti-cancro, anti-virali, neuroprotettive, contro la psoriasi.

Tuttavia i risultati delle varie ricerche non sempre sono stati concordi in quanto la curcumina presenta problemi di assimilabilità e biodisponibilità.

La curcumina è infatti scarsamente solubile in acqua, condizione essenziale affinché, dopo averla ingerita, dal lume intestinale passi al torrente ematico e dunque agli organi bersaglio su cui potrà svolgere la sua attività farmacologica.

Uno dei metodi comunemente suggeriti per potenziare l'effetto della curcumina è quello di assumerla in combinazione con la piperina (principio attivo del pepe nero), in riferimento a quanto scoperto dall'Università del Michigan del 2009, che tuttavia si rifà alla dimostrazione di proprietà anti-tumorali su cellule coltivate in vitro.

La curcumina potrà contribuire alla lotta contro il cancro grazie alla combinazione con il platino

Quello che fino a ieri sembrava un ostacolo insormontabile è stato bypassato grazie alla recente scoperta degli scienziati dell'Università dell'Illinois. Il team ha creato un sofisticato complesso metallociclico utilizzando il platino, che non solo ha consentito di rendere solubile la curcumina, ma lavorando in sinergia con essa l'ha resa 100 volte più efficace nel trattamento di vari tipi di cancro come melanoma e cancro al seno, rispetto all'uso esclusivo di curcumina o platino. "È una combinazione di chimica intelligente e nanoprecipitazione che utilizza la chimica ospite- ospite", spiega su Science daily il prof Pan, professore associato di bioingegneria all'Università dell'Illinois, che aggiunge: "Sappiamo che un farmaco si legherà a una certa molecola ospite se è presente la giusta 'tasca'".

Per rendere solubile in acqua la curcumina è stato dunque necessario includerla in un complesso più grande, ovvero il platino, agente terapeutico comunemente utilizzato contro il cancro.

La curcumina ha dimostrato di prevenire la fosforilazione di STAT3, una ben nota via di segnalazione che innesca la crescita delle cellule tumorali e consente loro di sopravvivere. La combinazione platino-curcumina uccide le cellule frammentandone il DNA. La squadra di Pan spera che questa nuova scoperta possa portare alla produzione di una nuova generazione di farmaci capaci di colpire le cellule staminali tumorali e combattere quei tumori che fin'oggi si sono rivelati resistenti alla chemioterapia.