Un nuovo studio sperimentale dimostra che chi rivede un giudizio negativo sulle persone in maniera rapida potrebbe avere una diversa attitudine psicologica nei confronti dell'atto del perdonare. Il giudizio morale di tali persone sarebbe quindi provvisorio e non duraturo e le spingerebbe a perdonare prima chi non si è comportato bene, a rivalutarlo non appena si comporta meglio. Ad affermarlo è uno studio sulla flessibilità del giudizio morale condotto da un team di ricercatori dell'Università di Yale, di quella di Oxford e dell'University College londinese.

La ricerca si è avvalsa di una serie di sperimentazioni sulle origini psicologiche del perdono ed i risultati sono stati resi noti sulla rivista "Nature Human Behaviour".

Lo studio scientifico

I ricercatori hanno "usato" 1500 individui ai fini della sperimentazione, che consisteva nell'osservare un filmato in cui due persone avevano una questione morale da risolvere: somministrare ad un altro essere umano una scossa elettrica in cambio di soldi. Nel filmato le due persone rispondevano in maniera differente: la persona buona rifiutava mentre quella "cattiva" infliggeva la punizione pur di guadagnare. Poi i volontari dovevano esprimere il loro giudizio sui due attori. L'autrice dello studio, la dottoressa Jenifer Siegel, spiega come il giudizio morale si origini da sensazioni derivate dalle azioni altrui e sia fondamentale in una comunità per sviluppare e mantenere buoni rapporti.

La psicologa dell'Università di Oxford aggiunge che sono stati sviluppati nuovi metodi al fine di misurare la formazione delle suddette impressioni e al fine di aumentare l'attuale comprensione delle relazioni disfunzionali. Le risposte dei volontari hanno mostrato come essi formassero molto rapidamente impressioni positive riguardo l'attore "buono", mentre non erano certi di catalogare come "cattivo" l'altro attore.

Anzi, erano pronti a rivalutarlo non appena si fosse comportato in maniera migliore.

Il giudizio morale è variabile

Questo meccanismo di aggiornamento delle proprie impressioni, secondo lo studio, si basa su una modalità propria del giudizio morale, che spesso fa sì che le persone riescano a mantenere una rapporto anche con soggetti dalla scarsa integrità morale, cosa che può aiutare a spiegare, per esempio, perché le persone mantengano relazioni personali con soggetti moralmente condannabili.

Il nostro cervello quindi permette il perdono, come afferma la ricercatrice Molly Crockett del team universitario. Il meccanismo serve per evitare di interrompere prima del tempo delle relazioni sociali che potrebbero esserci utili. Il beneficio del dubbio è un prodotto della nostra mente che è orientata al mantenimento dei rapporti relazionali con individui della nostra specie.