Un approfondimento della Fondazione Serono pubblicato ieri sul tema della relazione tra specifici nutrienti (iodio, ferro e selenio) e tiroide ha portato in luce un recente studio di revisione di articoli condotto da un gruppo di ricerca dell'Università di Cambridge. Lo studio si è concentrato su quali alimenti e nutrienti assumere in una dieta per la tiroide che sia equilibrata e possa avere dei benefici per la ghiandola a farfalla dell'organismo umano. Lo studio, pubblicato su Cambridge Press lo scorso settembre, si è focalizzato sulla revisione della letteratura relativa alla nutrizione e dieta consigliata per le patologie della tiroide.

Condotta dalla professoressa Margaret P. Rayman, la ricerca ha messo in relazione i vari nutrienti degli alimenti e ha stabilito che lo iodio sarebbe l'elemento più importante per la Salute i questa ghiandola endocrina. Ma non solo iodio, infatti, anche il selenio e il ferro costituirebbero un valido supporto per la tiroide. I ricercatori che hanno condotto lo studio di revisione si aspettano, pertanto, che nuovi studi effettivi possano essere condotti per verificare appieno ciò che è stato dedotto dalla loro analisi.

Le patologie autoimmuni

Tra le patologie della tiroide, ve ne sono alcune "auto-immuni" come la tiroidite di Hashimoto e la malattia di Graves. Nella prima patologia, avviene un meccanismo secondo il quale gli anticorpi sono diretti contro la perossidasi tiroidea, un enzima necessario ed essenziale per la produzione degli ormoni della ghiandola.

Nella seconda patologia, invece, ve ne sono alcuni diretti contro il recettore del TSH. Tra i fattori predisponenti a questo genere di malattie autoimmuni della tiroide vi sono la predisposizione genetica, la concomitanza con altre malattie che affliggono il sistema immunitario, i fattori ambientali e, non per ultimo, la dieta.

Effetto dello iodio

La ricerca ha voluto valutare l'impatto di iodio, ferro e selenio sulla tiroide e sui rischi di sviluppare una patologia autoimmune, oltre che il meccanismo con cui essa si sviluppa e valutare l'eventuale trattamento più idoneo. Lo studio di revisione si è svolto attraverso l'analisi di un importante numero di articoli afferenti le patologie tiroidee e ha portato al risultato di come lo iodio abbia un impatto importante in una dieta che tenga conto della salute della tiroide.

Secondo la revisione degli studi, è necessario assumere una quantità di iodio né carente, né eccessiva. La carenza di iodio, infatti, genera patologie di cui il gozzo è la più comune, mentre un eccesso di iodio prolungato nel tempo può incrementare la probabilità di sviluppare una tiroidite autoimmune. Tra l'altro, la tireoglobulina ad elevato contenuto di iodio stimola le risposte immunitarie.

Effetto del ferro

Una carenza di ferro, invece, tende a produrre alterazioni profonde della tiroide, poiché viene attivata la perossidasi tiroidea. Questo avviene da parte di un legame con la molecola Eme che contiene, proprio, ferro. Inoltre, gli individui che presentano una patologia autoimmune spesso lamentano anche una carenza di ferro a causa della gastrite frequentemente associata alla tiroidite: questo, di fatto, limita la capacità di assorbire correttamente il ferro da parte dell'intestino.

Così avviene anche per coloro che sono affetti da celiachia e che, talvolta, può essere associataad una tiroidite. Il ferro, dunque, è un elemento essenziale per il buon funzionamento della tiroide tanto è vero che in circa due terzi delle donne che soffrono di ipotiroidismo, nonostante appropriate di levotiroxina, solo adottando la strategia di riequilibrare i valori di ferritina nel sangue (maggiori di 100 µg/litro) si registra un evidente miglioramento dei sintomi.

Effetto del selenio

Il selenio è l'ultimo elemento della "triade degli elementi essenziali" per il buon funzionamento della tiroide. Il selenio trova la sua correlazione con le selenoproteine, ossia molecole essenziali per la ghiandola endocrina a farfalla.

Nello specifico, è stato osservato come le perossidasi del glutatione siano in grado di rimuovere l'eccessiva presenza di perossido di idrogeno, una molecola sintetizzata nella tiroide durante la sintesi degli ormoni. Aumentando, dunque, la concentrazione di selenoproteine, parrebbe possibile ridurre la produzione di anticorpi anti-perossidasi tiroidea, ma non solo. Anche patologie come l'ipotiroidismo e le tiroiditi post partum.