Gli inibitori della pompa protonica sono tra i farmaci più venduti al mondo. Il più venduto rimane l’omeprazolo, farmaco che rientra tra quelli considerati essenziali dall’Organizzazione Mondiale della Salute (World Health Organization: WHO). Riescono efficacemente a controllare complicanze associate a forme di reflusso gastroesofageo, eradicazione dell'infezione da Helicobacter pylori, ulcere peptiche H. pylori-negative, cicatrizzazione e prevenzione delle ulcere gastriche associate a FANS / COX-IB, terapia per il controllo del sanguinamento del tratto digestivo superiore conseguente a indagini endoscopiche, e nel trattamento della sindrome di Zollinger Ellison.

Ma un loro uso smodato può risultare pericoloso.

Il troppo storpia

Gli esperti iniziano ad essere preoccupati per un uso fuori controllo degli inibitori della pompa protonica (IPP). Nei paesi occidentali e orientali, ogni anno il consumo degli IPP continua a crescere e si ha l’impressione di assistere ad una espansione senza fine di un mercato che, sebbene porti a notevoli vantaggi per la salute, ha dei risvolti altrettanto importanti. Per molte autorità regolatorie, le principali preoccupazioni sono associate ad un aumento progressivo dei costi sociali di queste terapia e da un crescente rischio per i danni potenziali per i pazienti.

Infatti si sta assistendo ad un vero abuso degli IPP, nella prevenzione delle ulcere gastro-duodenali in pazienti senza fattori di rischio, nella profilassi dell'ulcera da stress in unità di terapia non intensiva, nella terapia steroidea da sola, nel trattamento anti-piastrinico o anticoagulante in pazienti senza rischio di lesioni gastriche e nella dispepsia funzionale.

Sebbene gli IPP siano generalmente ben tollerati, possono comunque dare dei leggeri e transitori effetti indesiderati come diarrea, cefalea, flatulenza, dolori addominali, stordimenti/vertigini, eruzioni cutanee, palpitazioni cardiache.

Sono stati anche segnalati casi di osteoporosi per cui alcune autorità sanitarie raccomandano di fare il dosaggio dei livelli di magnesio prima di iniziare un trattamento prolungato con gli IPP.

Infatti, nei pazienti in terapia per oltre un anno con gli IPP, è stato osservato un maggior rischio (30-40%) di osteoporosi e fratture. L’allarme è stato lanciato da ricercatori italiani, dell’Unità Gastrointestinale dell’Università di Genova e dell’Università di Padova con un lavoro pubblicato questi giorni su Expert Review of Clinical Pharmacology, primo autore V.

Savarino.

A settembre un altro studio sui rischi associati agli inibitori della pompa protonica. Una meta-analisi basata su diversi studi clinici (16 studi su quasi 500mila pazienti): in questo caso, tuttavia, lo studio non aveva portato ad una evidenza del rischio cardiovascolare associato all'uso degli IPP. Lo studio era stato pubblicato su Alimentary Pharmacology & Therapeutics, primo autore R. Batchelor.

Cosa sono gli inibitori della Pompa Protonica?

Sono in uso clinico da oltre 20 anni e hanno soppiantato i vecchi antistaminici H2, come la ranitidina.

Si tratta di una classe di farmaci capace di inibire un enzima gastrico, la H+/K+-ATPasi (la pompa a protoni) che catalizza lo scambio degli ioni protonici (H+) e potassio (K+).

Tale inibizione si traduce in una efficacia inibizione della secrezione acida.

Il meccanismo di azione è di tipo irreversibile, nel senso che il blocco di queste proteine non può tornare indietro. Per cui lo scambio protonico, per poter riprendere a funzionare, deve attendere la sintesi di nuove proteine (pompe protoniche). E questo richiede tra le 18 e le 24 ore. Per cui una sola compressa riesce a controllare l’ipersecrezione gastrica per un giorno intero.

Gli IPP vengono anche indicati a pazienti in terapia con aspirina (acido acetilsalicilico) o altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS): questi inibendo la funzione della ciclo-ossigenasi 1 (COX 1) portano ad una riduzione delle prostaglandine, sostanze deputate ad assicurare una protezione della mucosa gastrica dall'attacco degli acidi. Anche in questi casi quindi, l’uso degli IPP risulta efficace.