Negli Stati Uniti l’agenzia del farmaco Fda ha appena approvato brexanolone (nome commerciale Zulresso), un metabolita del progesterone ad attività neuromodulatore, attivatore dei recettori GABA-A. Basta una lenta iniezione endovena, per circa 60 ore in ambiente ospedaliero, e sotto rigoroso controllo medico per il rischio di perdita di coscienza, e i sintomi della depressione post-parto svaniscono per un mese. Proprio nel periodo più acuto della malattia durante il quale le donne possono avere propositi autolesionisti o minacciosi per il bambino.
Ha superato tutti i test clinici
Ha finalmente avuto disco verde il primo farmaco indicato per il trattamento della depressione post parto. Si tratta del brexanolone, un metabolita del progesterone detto anche allopregnanolone, nome chimico 3α-idrossi-5α-pregnan-20-one o 3α,5α-tetraidroprogesterone. Appartiene alla classe dei neurosteroidi, ormoni presenti nel sangue e nel cervello.
Questa è una notizia importante per milioni di donne in tutto il mondo che dopo una Gravidanza rischiano di attraversare il tunnel della depressione post-parto. Ne viene colpita circa una neo-mamma su nove, ed è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che, in forma più lieve, interessa circa il 70% delle partorienti.
La causa è un calo nella donna di alcuni ormoni steroidei quali progesterone e lo stesso allopregnanolone che svolge un ruolo tranquillante proprio a livello cerebrale. Finora non esistevano cure specifiche per questa forma di depressione. Gli studi clinici hanno dimostrato che il brexanolone funziona in una percentuale prossima al 100%.
Senza particolari effetti collaterali.
Non è escluso che in seguito questo farmaco possa trovare applicazione anche per altre indicazioni quali depressione e disturbi associati ai cambiamenti di umore.
Una scoperta che inizia negli anni ‘80
Tutto inizia negli anni ’80 quando in una divisione del National Institute of Mental Health (NIMH), e precisamente presso la Division of Intramural Research Programs (IRP), scoprì che dei metaboliti di alcuni ormoni steroidei, come il progesterone e il deossi-corticosterone, erano in grado di legarsi ai recettori dell'acido gamma-amminobutirrico (GABA) – uno dei principali neurotrasmettitore del cervello.
Questi metaboliti riuscivano ad attivare GABA, quindi potevano migliorare la condizione di depressione.
In più di 30 anni sono stati compiuti molti studi, inizialmente su modelli animali e poi sull'uomo. Si è potuto osservare, ad esempio, che il metabolita allopregnanolone poteva avere un andamento fluttuante, ad esempio durante il ciclo mestruale o in condizioni di stress. Aumentava durante la gravidanza mentre poteva calare drasticamente dopo il parto. Da qui l’idea di usare proprio questo metabolita per contrastare la depressione. Studi clinici hanno confermato questa intuizione che ha portato adesso all'approvazione di brexanolone (Zulresso), farmaco sviluppato da una biotech statunitense, la Sage Therapeutics.
La biotech ha già fatto richiesta anche all'EMA, agenzia del farmaco in Europa, che ha attribuito alla pratica lo status di “Prime”. Questo dovrebbe assicurare un rapido iter approvativo.
Baby-blues
Il genere musicale “blues” deriva dall'espressione inglese "to have the blue devils" (avere i diavoli blu), una condizione che sta ad indicare l’essere triste, agitato, depresso. Il pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott definì la depressione post partum come il “baby blues” ovvero una condizione malinconica.
E’ una sindrome articolata che comprende esaurimento, disperazione, affaticamento, indolenza, inappetenza, insonnia, confusione, pianto e cambiamenti di umore. Associato alla paura di far male al bambino, quindi evitando di toccarlo, ma anche ad un totale disinteresse verso il piccolo presi dall'ansia per se stessi.
In forma lieve interessa oltre il 70% delle neo-mamme ma, negli Stati Uniti e probabilmente anche da noi, una mamma su nove ne soffre in modo importante. Normalmente questa condizione si esaurisce nelle prime settimane dopo il parto ma sono descritti casi dove la depressione può durare un intero anno.