Un additivo molto comune presente nei prodotti da forno potrebbe incidere sull’aumento del diabete. Si tratta del propionato, un conservante ampiamente impiegato in ambito alimentare dalle spiccate proprietà anti-muffa che, secondo un recente studio condotto dalla Harvard T. H. School of Public Health pubblicato su Science Translational Medicine, potrebbe intervenire negativamente sui normali livelli di glicemia nel sangue ed interferire sul normale meccanismo ormonale.
Diabete: i pericoli del propionato emersi dalla ricerca
La ricerca sugli effetti negativi di questo additivo alimentare ha esaminato, in un primo momento, le dinamiche sull’organismo dei topi.
Gli studi approfonditi sui roditori hanno fatto emergere uno spiccato aumento dei livelli di zucchero nel loro sangue e, in parallelo, un notevole aumento della produzione di particolari ormoni come il glucagone e la norepinefrina. Il fegato delle cavie, in seguito a somministrazioni sistematiche dell'additivo, ha incominciato a produrre livelli molto più elevati di glucosio, che ha portato ad uno spiccato aumento di peso degli animali, ad un aumento della insulino-resistenza, una condizione organica nota come anticamera' del diabete, e all’iperglicemia.
In un secondo momento i ricercatori hanno studiato gli effetti di questa sostanza sull’organismo dell’uomo, analizzando, in particolare, persone in buona salute, divise in due gruppi.
Ai volontari di un gruppo sono stati somministrati pasti integrati da un grammo di propionato, mentre all’altro gruppo pasti integrati da placebo. Dall’analisi dei valori prima e dopo i pasti, sono emersi gli stessi meccanismi instauratisi nell’organismo delle cavie. In pratica, anche nell’uomo si è evidenziata la spiccata alterazione sul normale funzionamento del metabolismo e i potenziali rischi legati all’insorgenza del diabete e all’obesità.
Maggiore attenzione a quello che mangiamo
Se il pane e i prodotti da forno si conservano in buone condizioni per diversi giorni, il ‘merito’ potrebbe essere proprio del propionato, additivo che, però, secondo i ricercatori avrebbe il ‘demerito’ di favorire lo sviluppo del diabete. I risultati dello studio però, si contrappongono con il parere dell’U.S.
Food and Drug Administration che, a quanto pare, continua a ritenere il propionato un conservante sicuro. Alla luce dello studio sicuramente si auspicano possibili revisioni delle attuali linee guida e possibili alternative da utilizzare in ambito alimentare. Per gli autori della ricerca, l’attenzione dei consumatori andrebbe maggiormente focalizzata sulle sostanze contenute nei cibi che consumiamo quotidianamente, poiché l’esposizione sistematica alle molteplici sostanze chimiche, spesso non idoneamente testate, potrebbe determinare effetti negativi a lungo termine sul metabolismo dell’uomo e in generale sulla sua salute.