Negli ultimi anni molte persone, pur non avendo parenti di primo grado celiaci, avvertono sintomi gastrointestinali (dolore addominale, movimenti irregolari dell’intestino) e extraintestinali (dolore muscolare, mal di testa) a seguito di assunzione di cereali contenenti glutine dopo 1-2 ore dall’ingestione.

Si tratta di soggetti sensibili al glutine (gluten sensitive), ma non celiaci, né allergici al grano che riportano gli stessi sintomi anche dopo aver mangiato carboidrati ad alta fermentazione (FODMAP) presenti in latte e derivati, cereali e frutti molto dolci.

Per la prima volta i ricercatori del Dipartimento Medico dell’Università Friedrich-Alexander (Germania) hanno condotto uno studio nel quale hanno analizzato sintomi, stato infiammatorio dell’intestino e microbiota intestinale di soggetti gluten sensitive, trattati prima con una dieta low FODMAP per 2 settimane, poi da una senza glutine per altre 2 settimane.

Entrambe le diete miglioravano i sintomi clinici e psicologici, diminuivano i linfociti intraepiteliali (IEL) nell’intestino tenue e aumentavano la diversità dei microbi, indice di ripristino dell’eubiosi intestinale (equilibrio della flora batterica).

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition ad aprile 2019.

Gluten sensitivity

Il 50% dei soggetti evidenzia come soli marcatori sierologici gli anticorpi antigliadina IgG, mentre il 42% un incremento degli IEL (linfociti intrapiteliali, stadio Marsh 1) nel duodeno.

I pazienti ottengono benefici dopo una dieta senza glutine e malessere dopo reinserimento di cereali con glutine.

Sono sensibili anche ad altri componenti del grano, agli inibitori amilasi tripsina (ATI), che attivano le cellule mieloidi intestinali e l’infiammazione intestinale e ai polifruttani (alcuni FODMAP) contenuti nel grano.

Studio clinico

I partecipanti ‘gluten sensitive’ venivano sottoposti a test per escludere allergia al grano e celiachia: ricerca di anticorpi specifici per il grano e prick test per escludere la sensibilizzazione cutanea al grano nel primo caso; indagine di anticorpi antitransglutaminasi IgA e IgG e antigliadina deamidata IgA e IgG ed analisi mucosale istologica di 4-5 biopsie duodenali secondo i criteri Marsh nel secondo caso.

I pazienti reclutati (19 gluten sensitive) consumavano una dieta standard contenente glutine (2 pasti corrispondenti a 10 gr di glutine al giorno per 4 settimane), prima di iniziare una dieta low FODMAP per 2 settimane. Dopo 5 giorni di transizione, nei quali ritornavano ad una dieta normale, i partecipanti assumevano una dieta senza glutine per altre 2 settimane.

Oltre a mostrare un giovamento nei sintomi e nello stato infiammatorio del duodeno, l’analisi delle feci raccolte prima e dopo le diete, rivelava un cambiamento della popolazione dei batteri intestinali (microbiota) nel corso della sperimentazione: da una percentuale elevata di batteri Firmicutes, simile a quella che si osserva nei soggetti con sindrome del colon irritabile (IBS) si passava ad una maggiore diversità dei batteri dopo 4 settimane di dieta (rivelatore di eubiosi intestinale).