Un recente studio sostiene che guardare la televisione, anche poche ore alla settimana, spinge gli spettatori a trovare le donne di corporatura snella più attraenti.

Gli scienziati dell’Università di Durham (Inghilterra) hanno viaggiato fino in Nicaragua, nell’America Centrale, conducendo uno studio su un campione di 299 persone. I partecipanti sono stati sia uomini che donne, dei quali alcuni sono regolari consumatori di trasmissioni televisive mentre altri non hanno nemmeno un televisore. A parte le loro differenti abitudini di telespettatori i gruppi presi in considerazione erano quasi identici in tutti gli altri aspetti quali reddito, educazione ed etnia.

I risultati dello studio

La ricerca ha dimostrato che a considerare le donne magre più desiderate sono i soggetti più esposti alle trasmissioni televisive. Utilizzando come metro di misura l’Indice di Massa Corporea, o BMI (Body Mass Index) i ricercatori hanno rilevato un collegamento tra l’attività di telespettatore e le preferenze estetiche: aumentare il consumo di televisione da 0 a 4 ore a settimana ha cambiato la percezione del corpo femminile, facendo preferire agli spettatori figure femminili più magre rispetto a quelle che solitamente trovavano più attraenti.

Gli abitanti che non guardavano televisione preferivano le donne con un indice di massa corporeo, calcolato in base al rapporto tra peso e altezza, pari a 27, che dal sistema sanitario è considerato “sovrappeso”.

Al contrario, coloro esposti ai flussi delle trasmissioni televisive preferivano i corpi femminili che presentavano un Indice di Massa Corporea vicino al 23.Va inoltre specificato che i partecipanti allo studio generalmente non leggono i quotidiani e non utilizzano Internet. Nessuno di loro possiede uno smartphone.

La reazione dei ricercatori

Gli studiosi si sono espressi in modo critico verso il sistema dei mass-media, richiedendo una programmazione che tenga conto dei possibili problemi risultanti da certe rappresentazioni del corpo femminile ed imputando alle reti televisive la responsabilità morale di questo cambiamento degli ideali di bellezza.

La professoressa Lynda Boothroyd del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Durham ha dichiarato: “la TV porta indubbiamente dei benefici a queste comunità isolate, perché gli fornisce informazioni vitali ed anche materiale educativo, ma può anche avere effetti dannosi. Da noi in Occidente l’onnipresenza di donne bianche magre sui nostri schermi diventa sempre più problematica per le donne, in quanto responsabile di disordini alimentari e scarsa autostima, ma per le nazioni che hanno problemi come la malnutrizione può diventare ancora più pericoloso. Bisogna iniziare a produrre programmi che rappresentino meglio le persone della realtà quotidiana, comprendendo tutte le loro forme, taglie ed etnie”.

L’antropologo Jean-Luc Jucker, spiegando il metodo utilizzato per condurre l’indagine, dice: "abbiamo mostrato agli abitanti una serie di filmati ed immagini mostranti donne di taglia larga e donne di corporatura snella. Abbiamo scoperto che, dopo la ripetuta visione di tali immagini, gli ideali di bellezza dei partecipanti sono cambiati e si sono uniformati verso una stessa idea di corpo desiderabile.

Questo studio, che è stato condotto tramite l’utilizzo di strumenti di ricerca sia quantitativi che qualitativi, ci fornisce una ulteriore prova empirica del fatto che i mass media influenzano la percezione del corpo femminile. Il nostro test ha dimostrato chiaramente che la percezione di ciò che troviamo attraente è estremamente flessibile, ed è influenzata dalle immagini a cui siamo esposti quotidianamente”.