Il nuovo bollettino della Protezione Civile per oggi 19 Marzo 2020 recita: totale dei positivi 41.035 (5.322 in più rispetto a ieri), 3.405 deceduti (con un incremento di 427) e 4.440 guarigioni (più 415 rispetto all’ultimo rilevamento). La quarantena disposta dalle Autorità inizia apparentemente a dare frutti nel contenimento della pandemia, anche se la situazione in alcune regioni, Lombardia in primis, appare sempre più critica.

Secondo le ultime informazioni, il Governo sarebbe quindi pronto ad un ulteriore inasprimento delle restrizioni anti Coronavirus, tra cui il divieto di praticare attività all’aperto e l’estensione della chiusura delle scuole oltre al 3 Aprile.

Coronavirus, aggiornamento del 19 marzo

Il bollettino rilasciato dalle Autorità in data odierna, giovedì 19 Marzo, racconta di luci ed ombre sull’evoluzione della situazione in Italia: positivi 41.035 individui (più 5.322 rispetto a ieri), morti 3.405 (più 427 rispetto a ieri) e guariti 4.440 (aumento di 415 rispetto a ieri). I dati seguono sostanzialmente le curve epidemiologiche come da previsione degli specialisti.

La situazione più grave resta quella della regione Lombardia dove sono stati raggiunti i 19884 malati di Coronavirus, più 2.271 rispetto a ieri; in Emilia Romagna, la seconda regione più colpita, i positivi sono aumentati di 689 unità per un dato aggregato di 5214 totali; in Veneto un aumento di 270 malati porta il totale a 3484 rispetto al precedente rilevamento; in Piemonte si sono registrati 591 nuovi casi, per un totale alla data di oggi di 2.932 nella regione; le Marche restano una delle regioni con più casi, oggi se ne contano 169 per un totale di 1737; la Liguria segna oggi 172 nuovi casi, aggiornando così il totale a 1.059.

In Campania si registra un incremento di casi pari a 192 portando il totale a 652; in Toscana, rispetto all’ultimo bollettino, vi sono 152 nuovi casi che portano il valore aggregato a 1482; in Sicilia i casi totali di COVID-19 sono 340, quindi un aumento di 58 unità rispetto alla giornata di ieri; nella regione Lazio, che include la capitale Roma, il totale dei positivi è di 823 con un aumento di 99 nelle ultime 24 ore; in Friuli Venezia Giulia i malati salgono a 599 ossia 137 in più rispetto a ieri; in Abruzzo si registrano 122 casi in più, per un totale di 385; aumenta l’incidenza del Coronavirus anche in Puglia, dove si rilevano 95 nuovi contagi e un totale aggiornato pari a 478; i casi nuovi in Umbria sono 334 con un aumento di 87 rispetto a ieri; Bolzano registra un amento dei casi pari a 60 per un totale di 436; crescono in casi anche in Calabria, fra le regioni meno colpite, dove i 40 nuovi positivi portano il totale a 169; in Sardegna si contano 72 nuovi malati che portano il totale dei positivi nell’isola a 206; per quanto riguarda la Valle d’Aosta, i nuovi positivi confermati sono 50, il totale da inizio crisi segna 215; Trento aggiunge 68 nuovi casi al suo totale, ora pari a 523; in Molise il totale invece è di 46 dopo l’aggiunta dei 18 nuovi contagiati; infine, i 10 casi odierni portano la Basilicata a totalizzare 37 persone totali colpite dal virus.

La situazione in Europa e nel mondo

I casi di Coronavirus hanno superato quota 230.000 in tutto il mondo, la maggior parte dei nuovi positivi è localizzata in Europa. I morti sono ormai circa 10.000, con 90.000 ricoverati che stanno mettendo a dura prova la tenuta delle strutture ospedaliere mondiali.

Dopo Cina ed Italia, è l’Iran il paese più colpito, con oltre 18.000 casi, seguito a ruota dalla Spagna in cui i contagi stanno crescendo esponenzialmente e hanno raggiunto quota 17.000.

Anche la Germania sperimenta crescite di contagio vicine al 20% giornaliero: 'corrono' anche gli Stati Uniti, prossimi a superare la barriera dei 10.000 positivi. Alcuni stati non hanno grandi numeri assoluti, ma diventano drammatici se comparati al numero di abitanti: San Marino, Lussemburgo, Islanda, Faeroe Island, Andorra e Liechtenstein hanno un rapporto tra numero di casi e popolazione nettamente superiore all’Italia o alla Cina, e trattandosi di piccoli paesi, la loro struttura sanitaria potrebbe non reggere a lungo.