la Società italiana dei medici pediatri, Simpe, a margine di un incontro con il direttivo nazionale, ha dichiarato che il coronavirus, attualmente, si starebbe sviluppando nella popolazione in età pediatrica e quasi la metà dei bambini, circa il 47%, sarebbe asintomatico o con lievi sintomi. Senza interventi mirati, secondo i pediatri, saranno dunque i bambini coloro che potrebbero diffondere il contagio da Coronavirus quando a settembre riapriranno le scuole. Sarà di fondamentale importanza, per questo, organizzare spazi e classi e predisporre per i pediatri i mezzi utili per la ricerca del nuovo virus in età infantile e adolescenziale tramite esami sierologici, tamponi e vaccinazione antinfluenzale di massa, per poter individuare subito i casi di coronavirus, evitando di confondere i sintomi dell'influenza con quelli del virus.

Rientro a scuola a rischio

Giuseppe Mele, presidente della Società italiana dei medici pediatri, dopo l'incontro con il direttivo nazionale, ha spiegato come la riapertura delle scuole a settembre, durante ''la fase tre'' comporterebbe un vero e proprio ritorno dei contagi da Covid-19, in quanto, con queste previsioni, potrebbe diffondersi l'infezione tra gli alunni delle scuole dell'infanzia e primarie e anche fra gli studenti delle scuole medie, che a loro volta lo trasmetterebbero a docenti e familiari, con il rischio probabile di un nuovo picco dell'epidemia. Bisogna, perciò, capire come intervenire nell'immediato trovando il modo di gestire le distanze nelle aule e negli spazi condivisi prima del rientro a Scuola.

Coronavirus, vaccino antinfluenzale per individuarlo

Giuseppe Mele sottolinea che in autunno, con la diffusione delle normali patologie stagionali, diverrà molto difficile e confusa la valutazione di una eventuale epidemia. Secondo Mele, sarà fondamentale fornire subito tutti i mezzi che possano consentire un esame sierologico ed eventuali tamponi per poter distinguere immediatamente i sintomi da Coronavirus, meno aggressivi nei bambini e preadolescenti, da quelli delle normali influenze o parainfluenze.

Mele chiede che il vaccino antinfluenzale venga somministrato obbligatoriamente a tutta la popolazione in età pediatrica, a partire dai 6 mesi fino a 14 anni, già da settembre, massimo ottobre, in modo da avere tutti i bambini vaccinati e comprendere, nel caso in cui si presentasse, chi avrà contratto il virus del Covid-19, agendo sulla ‘patologia di comunità’.

Un approccio diverso da quello finora attuato. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases e rivelato da Libération, però, i bambini non sarebbero contagiosi e potrebbero trasmettere molto raramente il nuovo coronavirus.