In Italia, la sperimentazione clinica su Tocilizumab è stata autorizzata dall’AIFA il 3 aprile. In uno studio clinico di Fase III, su pazienti Covid-19, questo anticorpo monoclonale umanizzato sviluppato da Hoffmann-La Roche, già usato in varie forme di artriti, ha dato una risposta positiva anche in questi pazienti. Presso gli Spedali Civili di Brescia sono stati trattati 100 pazienti e nel 77% dei casi si è osservato una stabilizzazione o un significativo miglioramento delle loro condizioni. Un altro risultato interessante dopo quello del Remdesivir.
Arrivano le prime conferme
Dopo le prime interessanti indicazioni arrivate dalla sperimentazione clinica dell’ospedale Cotugno di Napoli sul Tocilizumab, usato in modalità off-label dal Prof. Antonio Paolo Ascierto, e i dati su una ventina di pazienti trattati in Cina, ora da Brescia arrivano nuove conferme su un numero consistente di pazienti. Ad annunciarlo il Prof. Nicola Latronico, Unità operativa di Anestesia e rianimazione 2, e docente di Anestesiologia all’Università di Brescia, nonché portavoce dello studio condotto presso gli Spedali Civili di Brescia.
Dal 9 al 20 marzo, sono stati trattati con Tocilizumab complessivamente 100 pazienti, 43 presso l’unità di terapia intensiva - con una grave insufficienza respiratoria che non rispondevano ad alcun trattamento disponibile - e 57 fuori dalla terapia intensiva per indisponibilità di letti.
Dopo il trattamento, il 65% dei pazienti è migliorato e gli hanno sospeso la ventilazione non invasiva; il 12% è rimasto in condizioni stabili, sempre in terapia intensiva mentre il restante 23% è peggiorato (di cui 10 sono morti).
I miglioramenti si sono osservati già dopo 24-72 ore dal trattamento, e mantenuti anche dopo 10 giorni dalla somministrazione.
Questi risultati verranno pubblicati sulla rivista Autoimmunity Reviews che uscirà nel mese di luglio.
Altri dati sono attesi da uno studio clinico avviato dall’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), sempre con Tocilizumab, su 330 pazienti Covid-19, che è al momento in corso.
Tocilizumab
Si tratta di un anticorpo monoclonale umanizzato ad azione immunosoppressiva, chiamato anche Atlizumab, sviluppato dalle case farmaceutiche Hoffmann-La Roche e Chugai e commercializzato con vari nomi (Tocilizumab, Actemra e RoActemra).
È stato approvato per il trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite idiopatica giovanile sistemica, che colpisce i bambini. I prezzi di questo farmaco non sono bassi, come per quasi tutti i farmaci biologici. Sicuramente non paragonabili ad altri farmaci che attualmente vengono investigati nel Coronavirus, come eparina, idrossiclorochina, remdevisir, ecc.
Ma, in questa fase, l’azienda farmaceutica Roche, lo ha messo a disposizione a titolo gratuito per la sperimentazione nei vari centri autorizzati dall’AIFA.
Questo anticorpo agisce selettivamente sul recettore dell’interleuchina 6 (IL-6), una citochina pro-infiammatoria coinvolta in una serie di manifestazioni che vedono coinvolto il sistema immunitario, come diverse malattie autoimmuni e le infiammazioni sistemiche. Investigato anche nell’asma anche se non è stato ancora approvato per questa indicazione.