Mentre è arrivato il via libera alla terza dose di vaccino sui soggetti fragili [VIDEO], nella riunione del 28 settembre la Commissione Tecnica Scientifica di Aifa ha reso disponibili tre nuovi farmaci, in aggiunta a Tocilizumb, per il trattamento di soggetti ospedalizzati con polmonite ingravescente da Covid-19.
Si tratta di Anakinra, un antinfiammatorio già adoperato per la cura dell'artrite reumatoide e di Baricitinib e di Sarilumab, due immunomodulanti utilizzati per modulare la risposta immunitaria dell'organismo contro i tumori.
In particolare il Sarilumab può essere utilizzato in alternativa a Tocilizumb su pazienti ospedalizzati ricoverati in terapia intensiva da meno di 24/48 ore che ricevono ventilazione meccanica o ossigeno ad alti flussi.
Questi tre medicinali, in aggiunta al già utilizzato Tocilizumab, aumentano il numero di opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento del Covid 19 e saranno a carico del SSN. Il provvedimento sarà efficace dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Anakinra, lo studio 'Save More' del San Raffaele di Milano
Il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Dagna, Primario dell'Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare e Professore Associato dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, durante la fase più critica della pandemia aveva compreso le potenzialità di questo antinfiammatorio. Anakinra è un farmaco già adoperato per trattare l’artrite reumatoide e altre gravi patologie infiammatorie.
Si tratta di un prodotto che agisce neutralizzando Interleuchina-1 (IL-1), una molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario in risposta a infezioni virali, capace di spegnere l'eccessiva risposta immunitaria e contribuire in questo modo alla ripresa funzionale dei polmoni.
La domanda per la richiesta di autorizzazione era stata depositata agli uffici dell'AIFA già nel maggio 2021.
Lo studio allegato stimava che l'utilizzo di questo farmaco su 24000 pazienti, da maggio a dicembre dello stesso anno, avrebbe salvato la vita ad almeno 2.592 di loro.
Durante un'intervista il Prof. Lorenzo Dagna ha affermato: "I pazienti che hanno ricevuto questo farmaco, in aggiunta a tutte le terapie che già stiamo facendo adesso, hanno avuto un rischio di morire per Covid inferiore del 55% rispetto ai pazienti che fanno le terapie tradizionali al momento in uso".
Sarilumab: lo studio pubblicato sul 'The Journal for Immunotherapy of Cancer'
Le equipe di Ascierto del Pascale e di Montesarchio dell’Azienda ospedaliera dei Colli decisero di usare durante la pandemia Covid 19 il Sarilumab.
La decisione è arrivata sulla base dell'analisi dei dati di oltre 10.000 pazienti coinvolti in 27 studi clinici, che hanno mostrato una riduzione delle morti del 13 per cento rispetto alle cure standard e del 28 per cento delle probabilità di essere sottoposti a ventilazione meccanica. Ciò significa 15 morti in meno ogni 1000 pazienti e 23 pazienti in meno intubati.
Baricitinib: lo studio delle aziende americane Eli Lilly e Incyte
Lo studio di fase 3 Cov-Barrier sull'immunosoppressore Baricitinib, dimostra che l'utilizzo del farmaco nei malati di Covid-19 più gravi ricoverati in ospedale dimezza il rischio di mortalità.
L'analisi, delle due aziende americane, dimostra che su 101 pazienti quelli sottoposti a iperventilazione meccanica o Ecmo (ossigenazione extracorporea a membrana) che hanno ricevuto Baricitinib associato allo standard di cura avevano il 46% di probabilità in meno di morire entro il giorno 28 rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo più standard di cura. La riduzione del rischio di mortalità è stata del 44% entro il giorno 60.