Se ne parla ormaida tanto in tv, certo è che lo scandalo sia anche per come se ne parla e quandose ne parla. Per far trovare dei rimedi alle società è servito infatti che talerazzismo sia stato rivolto ad ungiocatore dalla pelle scura, cosa invece mai trapelata quando ad essererazzisti sono tifosi o giornalisti, come ultimamente è capitato, contro unasquadra meridionale.

Ma allora comerisolvere questo problema che va a scontrarsi con una realtà che invecedovrebbe essere solida e pulita? È stato infatti ribadito di recente che astabilire al momento se si tratta o no di razzismo sarà l'unico organo diservizio sul posto, per l'ordine pubblico, la Polizia, ovviamente su segnalazione dell'arbitro.



In sostanzaadesso, se un giocatore si sente attaccato, non potrà "alzare i tacchetti" eandar via. Dovrà di fatto essere l'arbitroche rendendosi conto di manifestazioni di razzismo, intolleranza oantisemitismo, tramite il quarto uomo dovrà reperire, il dirigente sul postoper il controllo che deciderà se sospendere o no la partita.

Ai giocatoriquindi si chiede solo e unicamente di pensare al proprio mestiere, adifenderli, ci pensa la Polizia. Ci penserà di fatto il GOS, Gruppo Operativo di Sicurezza, adallenare a specifiche situazione il personale steward compresi. Lo farà conspecifiche normative, adatte alla totale identificazione dei personaggi cheintendono manomettere le partite.

Tutto questo verrà messo inatto grazie anche all'aiuto delle normative già vigenti e ulterioriprovvedimenti quale il Daspo. Nonresta a questo punto che aspettare e vedere se tali provvedimenti avranno o nodei risultati. Speriamo però di più nel buon senso civile.