L'omosessualità nel calcio è sempre stata un tabù, un tema scottante su cui molte volte si è discusso senza mai giungere ad una conclusione. E le rivelazioni di Robert Rogers non fanno altro che confermare la lontananza tra il mondo dei gay e il mondo del pallone, due pianeti lontanissimi e al momento irraggiungibili. 

Il giocatore statunitense, nato a Rancho Palos Verdes nel 1987, militava come attaccante nello Stevenage, una piccola squadra del campionato inglese. Con la propria nazionale ha disputato diciotto partite e ha segnato due reti, mentre nel suo Palmares vanta anche una breve esperienza al Leeds ma, soprattutto, oltre cento partite con i Columbus Crew, squadra degli Stati Uniti con la quale si è messo in mostra.

Il giocatore, dopo averci riflettuto per bene, ha fatto outing ricevendo un forte sostegno da molte associazioni gay degli USA. Insieme all'outing, però, Rogers ha dichiarato la sua volontà di ritirarsi dal calcio giocato per paura.

Il giocatore ha affermato di aver sempre nascosto le sue preferenze sessuali per paura di essere discriminato all'interno dello spogliatoio. Rogers ha dichiarato anche di non essere stato costretto da nessuno ad abbandonare il mondo del calcio, ma le sue affermazioni sui suoi gusti sessuali potevano essere un'arma a doppio taglio visto che Rogers è il primo calciatore professionista ad essersi dichiarato gay. Il giovane statunitense sentiva dentro di sé il desiderio di comunicare al mondo intero questo peso che si portava dentro da molti anni e, alla fine, ha rinunciato alla carriera da calciatore pur di svelare la verità. Un gesto nobile che molti sperano possa sensibilizzare tante persone.