Pelé è un nome magico, una parola che fa misteriosamente rima conpallone. Pelé è soprattutto il nome "d'arte" di Edson Arantes do Nascimento, nato nel 1940 a Tres Corasoes, che,come tutti sanno, contende a un altro mostro sacro: l'argentino Diego Armando Maradona, iltitolo di miglior calciatore all time.

Pelé, noto anche come La Perla nera e O Rei (da bimboera invece soprannominato Dico) riuscì nell'impresa di vincere la prestigiosa Coppa Rimet, conquistando bentre campionati del mondo con la maglia del suo Brasile, precisamente nel 1958,nel 1962 e nel 1970, dopo la storica finale contro gli Azzurri.

Ha firmato 1.281reti in 1.363 gare ufficiali: un record. Pensate che realizzò 5 goal in unasola partita in ben sei occasioni. Pochi sanno che il nomignolo Pelé gli fuaffibbiato da un compagno di scuola, per sottolineare che il futuro campionechiamava erroneamente Pilé un portiere di nome Bilé.

Un talento infinito

Dotato di classe adamantina, ma anche di velocità,coordinazione ed esplosività fuori dal comune, tra i suoi pezzi forti aveva il "dribleda vaca", che consisteva nel superare un avversario beffardamente, facendogliscorrere il pallone dall'altro lato e lasciandolo sul posto esterrefatto. Pochiricordano che il mitico Pelè era figlio di un calciatore, tale Dondinho, fermatoprecocemente da un serio incidente a un ginocchio.

Gli inizi difficili, poi il Santos

Non essendo certo ricco difamiglia, Pelè comincio ad allenarsi con un pompelmo e con un calzino riempitocon stracci o fogli di carta. Dopo gli esordi col Bauru, le sue doti furononotate dagli osservatori del Santos, che capirono subito che fortuna avevanoavuto a mettere gli occhi su un giovane prodigio del genere.

Più in particolarefu l'ex nazionale Waldemar de Brito a mediare tra lui e la famosa societàbrasiliana. Pelé esordì nel 1956 contro il Corinthians de Santo Andre, trovandosubito il primo di una lunghissima serie di goal… la leggenda era cominciata.