E' di qualche giorno fa la notizia che ha fatto il giro dei media. A Lecce una folla di ultrà è entrata in campo dopo aver persola promozione in B con il Carpi. Le squadre si sono barricate neglispogliatoi, il campo è stato invaso da una folla di teppisti che se lasono presa con gli steward, posizionati all'entrata dei tunnel e polizia,intervenuta successivamente per sedare la violenza.

Come se nonbastasse, i teppisti hanno cercato un'altra strada per raggiungeregli spogliatoi, portandosi al di fuori dello stadio, lanciando pietresulle forze dell'ordine e bruciando un fuoristrada della polizia.Risultato: quattro giornate a porte chiuse e 15 mila euro di multaalla società giallo-rossa.

Questo è uno dei tanti casi di violenza negli stadi e non saràdi certo l'ultimo. Lo stadio dovrebbe essere un luogo dove trovarsicon i tifosi della propria squadra, dove gioire e soffrire insieme,dove esaltare e sfoggiare i colori del proprio team e non inveirecontro i giocatori avversari con cori razzisti o mettendo in mostrastriscioni offensivi.

Quello che si è perso in questi anni è la sana sportività: sesi perde una partita si dovrebbero applaudire tutte e due le squadre,uscire dallo stadio e magari scambiare qualche parola con i tifosiavversari. Invece si comincia a creare scompiglio dentro lo stadiostaccando i seggiolini, appiccando incendi, creando risse e come senon bastasse tutto questo viene portato anche al di fuori,danneggiando automobili, ferendo passanti e spaccando le vetrine deinegozi.

Gente che nella vita di tutti i giorni è tranquilla e normale,quando si trova tra la folla dello stadio scarica tutta la propriarabbia repressa, trasformandosi. Eppure vengono effettuati controlliall'entrata degli stadi, ma a volte risultano inutili.

Sono molte le società calcistiche e i giocatori stessi checercano di portare il fair play tra i giocatori.

Ma non tutto è perduto. Si può sempre imparare dai tifosi diParma e Chievo che, per la stagione 2012/2013 hanno ricevuto ilpremio Fair Paly Gaetano Scirea. In 38 partite, infatti, non hannoricevuto alcuna sanzione, lasciando immacolate le casse dellerispettive società calcistiche. Nessun petardo, nessuno striscioneoffensivo, nessun coro razzista e nemmeno un insulto all'arbitro.Tutti dovrebbero comportarsi così.

Guardate invece che spreco di denaro.

Statisticamente, la somma totale pagata dai club italiani percolpa dei tifosi poco corretti, è di 1.483.500 Euro (492.000 Europer vandalismo, 456.500 per discriminazione, 230.000 Euro per petardie fumogeni, 127.000 Euro per invettive agli arbitri, 99.000 Euro perstriscioni offensivi, 48.000 Euro per insulti, 21.000 Euro varie,10.000 Euro per episodi di violenza).

Nella classifica dei peggiori troviamo: al primo posto glijuventini (327.000 Euro, di cui 130.000 per vandalismo), seguonoromanisti (247.000 Euro, di cui 120.000 per discriminazione), gliinteristi (203.000 Euro, di cui 130.000 Euro per discriminazione) e itifosi del Napoli (122.000 Euro).

Più in là troviamo Atalanta (105.000), Lazio (93.500), Pescara(83.000), Milan (54.000), Catania (53.000), Fiorentina (43.500),Genoa (38.000), Torino (35.000), Bologna (34.000), Sampdoria(15.000), Palermo (12.000), Udinese (11.000), Cagliari (4.000), Siena(3.000).