Abbiamo avuto il piacere di intervistare Carel Sandon, unodei più interessanti pugili italiani degli ultimi anni. Il Puma del ring èreduce dal combattimento vinto per ko alla seconda ripresa contro Zivkov,trasmesso in diretta dall’emittente Sportitalia 2 pochi giorni fa. Suo zio, nonchéallenatore, è il grande ed indimenticabile Sumbu Patrizio Kalambay.
Com’è nata la tuapassione per la boxe?
CS: E’ iniziata a 9 anni, quando vedevo mio zio combatteresulla Rai. In quel periodo però avevo degli amici che praticavano solo calcio,così inizia a giocare a pallone.
Ero un buon giocatore, ho fatto il calciatoredilettante per 7 anni.
In che società haigiocato?
CS: Dilettanti del Sandalo, frazione di Nettuno,successivamente diventato Anziolavinio. Ad un certo punto però ho sentito chedentro di me la boxe aveva un altro fascino e mi sono iscritto alla pugilisticanettunese.
Chi è stato il tuoprimo maestro?
CS: Il grande Nando Onori, ex olimpico e ex campione del mondo militare.Da quel momento è diventato un andare avanti e indietro tra calcio e palestra.Poi, per motivi di lavoro, mi son dovuto trasferire a Pisa, e ho lasciatotutto.
Cosa ti ha spinto atornare sul ring?
CS: Guardarmi dentro, nel profondo. Ricordo un momentodavanti alla finestra della camera a Pisa, era brutto tempo e tirava tantovento e mi chiedevo del mio futuro...presi il cel e chiamai subito mio ziodicendo...
“io voglio fare il pugile”. Sentii il suo sorriso, e da lìricominciò la mia avventura. 4 anni di dilettantismo, 60 incontri, 51 vittorie, 5 persi e 4 pareggi. Poi sono passato professionista, sempre conmio zio, che per me è come un padre ed un amico, oltre che allenatore, a farmida guida.
La tua storia,purtroppo, è fatta anche da momenti difficili, soprattutto il grave incedenteche hai avuto e che ha in parte rallentato la tua carriera.
CS: Purtroppo in quel periodo non ero in me. La mia ragazzamia aveva lasciato ed io ero immensamente triste. Feci un errore dovuto allamia distrazione del periodo, lasciai la bombola del gas aperta e saltò tutto.Mi ricoverarono al reparto grandi ustioni del S.Eugenio a Roma.
Ci ho messotanto per riprendermi, sia fisicamente che mentalmente, ma ora sono qui. Sonoritornato a combattere, e sento l’affetto degli amici e dei tifosi e ne sonoonorato.
Carel Sandon, è un felino, un vero puma delle 16 corde. Dalgrande zio Kalambay ha assorbito la tecnica e la strategia di gara, ma la velocitàe la potenza sono tutto farina del suo sacco. Le ustioni non hanno scalfito lavelocità del suo jab, né la potenza dei suoi ganci. Carel Sandon è tornato, enoi tutti speriamo di rivederlo al più presto possibile di nuovo sul ring adazzannare la preda.