Spesso le storie d'amore diventano motivo finiscono per metterci nei guai. Prendete due giovani, si amano alla follia, condividono serate romantiche, la passione per lo sport, la voglia di farcela. Vivono insieme, convivono come si dice. Uno, però, compie un'azione che non dovrebbe fare, e costringe "involontariamente" l'altra persona (che ricordiamolo lo ama) a mentire. Lui viene scoperto e viene condannato. Anche lei riceve lo stesso trattamento, perché ha amato quella persona, perché ha fatto ciò che fanno marito e moglie pur non essendolo (mancava un firma a quanto pare).

Più o meno, la vicenda narrata sin qui è simile, o quasi uguale, a quella accaduta alla pattinatrice Carolina Kostner e al marciatore Alex Schwazer. Lui aveva assunto doping per ovviare alla stanchezza degli allentamenti, per superare l'ansia da stress. Lei non lo aveva denunciato. Ieri Carolina Kostner, pattinatrice di bravura riconosciuta a livello internazionale, è stata squalificata per un anno e quattro mesi dal tribunale nazionale antidoping, ben inferiore di quanto richiesto dalla procura antidoping (che precedentemente aveva chiesto uno stop di quattro anni), per complicità. La squalifica è partita lo stesso giorno della sentenza, ovvero ieri 16 gennaio.

La sanzione scatta da oggi stesso.

"Andrò fino in fondo" è stata la risposta alla sentenza della pattinatrice azzurra che ha aggiunto di essere molto amareggiata. "Se è più di quello che mi aspettavo? Assolutamente sì, non ci aspettavamo una condanna. Abbiamo citato delle sentenze del Tas che dicono che ci vuole piena consapevolezza dell'illecito e non c'era nessuna consapevolezza" ha spiegato Giovanni Fontana, l'avvocato della Kostner.

Entrambi si sono detti delusi e amareggiati dalla sentenza. Intanto si prospetta un ricorso per evitare lo stop di un anno, stop che non permetterebbe a Carolina di partecipare a importanti impegni agonistici. La sentenza, fortunatamente, non ha intaccato le medaglie e le vittorie conquistate finora nella varie gare che la Kostner ha sostenuto.