Bernie Ecclestone se la prende con Ferrari e Mercedes, ree secondo lui di pensare solo a loro stesse e a vendere le proprie vetture sul mercato bloccando, di fatto, la crescita generale della Formula 1 e l'introduzione di nuove regole per garantire maggiore spettacolo. Sulla sponda opposta, invece, troviamo Fernando Alonso che, con le sue ultime dichiarazioni ad "Autosport", se la prende con i team minori che sarebbero eccessivamente "protetti" dai vertici del Circus, costringendo le scuderie ricche e importanti ad adeguarsi ad una serie di limitazioni che vanno a danneggiare le prestazioni e le emozioni in pista.

Alonso e il problema della Formula 1: "Troppa protezione verso i team minori"

In questa fase di stallo per lo sport motoristico, si parla molto di come garantire maggiore spettacolo in pista, per evitare di perdere pubblico e spettatori. Ebbene, secondo Alonso, sarebbe necessario fare un passo indietro per quanto riguarda i regolamenti, ossia tornare alle monoposto di circa 10 anni fa, che montavano motori più potenti e grandi, che avevano aerodinamica libera e, soprattutto che potevano essere sviluppate senza limiti nel corso della stagione con i test da effettuare in pista. Tuttavia, il pilota della Mc Laren sa bene che questi cambiamenti avrebbero un certo costo, ma allo stesso tempo sottolinea come siano dispendiose anche le modalità di sviluppo attuali, basate su fluidodinamica e simulatori.

Ma il vero problema, per Alonso, risiede in "chi non è abbastanza ricco".

Il campione iberico denuncia un atteggiamento eccessivamente protettivo da parte della Formula 1 verso le scuderie minori. Per rendere al meglio la sua idea, fa un confronto con il calcio, chiamando in causa il Real Madrid che ha le potenzialità economiche per acquistare i migliori calciatori, e quando lo fa "non chiede scusa".

Dunque, per Alonso lo spettacolo è danneggiato dai team piccoli?

Entrando nel merito della questione, l'ex pilota Ferrari evita di girare il coltello nella piaga, limitandosi ad affermare che probabilmente servirebbe "qualche cavallo in più" e aggiungendo che, allo stesso tempo, non è facile capire in quale direzione intervenire.

A sostegno della sua tesi, Alonso ricorda come, durante la stagione appena terminata, ci siano stati Gran Premi ad alto tasso di noia ed altri, invece, ricchi di sorpassi e spettacolo, magari su tracciati che in passato non erano mai stati protagonisti di gare entusiasmanti.