Nessun sentimento di rancore, anzi. Angelo Citracca, team manager della Southeast, ha parlato con partecipazione e spirito di solidarietà del suo ex corridore Matteo Rabottini, squalificato per doping. Il corridore abruzzese ha confessato la sua triste realtà nelle scorse settimane: una vera caduta all’inferno che lo ha visto abbandonato dalla famiglia e senza più una chiara prospettiva per il suo futuro. Una situazione che Citracca vorrebbe risolvere con l’aiuto del mondo del Ciclismo.

L’inferno di Rabottini

La carriera di Matteo Rabottini aveva vissuto il suo momento di maggior splendore al Giro d’Italia 2012, quando era riuscito a vincere la tappa di Piani dei Resinelli e conquistare la maglia azzurra dei Gpm.

Poi ancora qualche buon risultato, ma senza particolari acuti. Il corridore abruzzese è tornato sulle prime pagine dei giornali nell’agosto del 2014, quando è risultato positivo ad un controllo antidoping per Epo. Da lì la sua vita è stata sconvolta, più nella sfera umana che in quella sportiva in realtà. Il padre di Rabottini, l’ex professionista Luciano, e il resto della famiglia hanno troncato i rapporti con lui. Matteo Rabottini ha raccontato la sua storia alla Gazzetta dello Sport nelle scorse settimane, definendola “una caduta all’inferno”.

Citracca e Colnago in aiuto di Rabottini

Il suo ex team manager Angelo Citracca, alla guida della squadra ora diventata Southeast, è rimasto particolarmente toccato dalla vicenda umana di Rabottini: “E’ triste quello che è successo, gli auguro tutto il meglio.

E’ un bravo ragazzo che ha fatto un grosso errore in un momento di debolezza”, è l’opinione di Citracca, che si è mobilitato per ricomporre il rapporto con il padre Luciano, ma esclude di poterlo ingaggiare nuovamente nella sua squadra. “Vorrei aiutarlo”, continua Citracca, “ma non è facile per una squadra come la mia farlo firmare dopo questa squalifica.

Ho le mani legate, devo pensare a cosa scriverebbero i media e agli sponsor. Non posso mettere a rischio il futuro degli altri corridori e dello staff”.

In aiuto di Matteo Rabottini si è mosso anche Ernesto Colnago. Il grande costruttore di bici si è detto commosso dalla storia di Rabottini, e lo ha chiamato per cercare di favorire una riappacificazione con la famiglia. “Spero che qualcuno come Colnago, che ha fatto tanto per il ciclismo, possa aiutarlo a trovare un lavoro e ricostruire la sua vita. Sono fiducioso che possa succedere”, ha concluso Citracca.