Da sempre è considerata la regina degli sport, ma, evidentemente, non a Perugia, dove l'atletica leggera sembra non godere di alcuna considerazione da parte delle istituzioni. Almeno stando alla protesta messa in atto dagli atleti del capoluogo, che hanno avviato da alcuni giorni una rivendicazione, con tanto di raccolta di firme, affinché a Perugia si possa avere un impianto per far praticare l'atletica sia ai bambini e agli adulti. In verità, un impianto esiste, nel centro della città, presso lo storico Santa Giuliana, costruito nel 1937 per ospitare le gare del Perugia Calcio (che dal 1975, con la promozione in serie A, si è trasferito allo stadio di Pian di Massiano, successivamente intitolato al copianto Renato Curi), ma con la pista che è ormai completamente usurata, tanto da far emergere in lunghi tratti la parte sottostante in cemento.

Anche la pedana per il salto in alto e le aree per i lanci sono inagibili

Ma non solo, la pedana per il salto in alto è impraticabile ed è impossibile esercitarsi nei lanci (nel 2014 la “gabbia” del disco e del martello è stata tolta in quanto instabile). Da anni l'Amministrazone comunale di Perugia (nel frattempo passata da maggioranza di centro-sinistra a centro-destra) annuncia i lavori per la risistemazione delle aree sportive dell'impianto, per poi veder rimandare sistematicamente l'inizio dei lavori. In questo modo si ritiene che venga negata ogni possibilità di sviluppo dell'atletica leggera in città, soprattutto a beneficio delle nuove generazioni. Ma anche chi di anni ne ha qualcuno in più, come Lamberto Boranga, che spesso si allena in qusto stadio.

In estate l'impianto viene chiuso per ospitare "Umbria Jazz"

Quello del Santa Giuliana è un impianto che tra l'altro sin dal 2003, ogni anno, nei mesi delle manifestazioni più importanti dell'atletica leggera, da fine giugno a fine luglio, rimane completamente chiuso alla pratica sportiva in quanto trasformato in un'arena per ospitare i concerti di maggior interesse inseriti nel cartellone del festival "Umbria Jazz", con un palco fisso e con migliaia di seggiole per il pubblico.

Per riaprire successivamente solo in parte, avendo il prato completamente a secco e necessario di una risemina, imponendo così due mesi di inutilizzo. Eppure anche di cittadini che corrono non mancano, come ne è un simbolo in città Leonardo Cenci, atleta malato di cancro. All'orizzonte sembrano esserci ancora solo promesse e soprattutto infortuni, come si legge anche nei cartelli appesi fuori dall'impianto nell'ambito di questa protesta.