Dopo oltre vent’anni la Milano-Sanremo torna in Francia grazie ad Arnaud Demare. Il velocista della FDJ ha sprintato in via Roma davanti a Ben Swift e Jurgen Roelandts, per un podio senza i principali favoriti della vigilia. Le cadute e il marcamento tra i big hanno contrassegnato una corsa che solo negli ultimi 5 km si è accesa. Per l’Italia solo un ottavo posto con Filippo Pozzato e un nono con Sonny Colbrelli.

Milano-Sanremo, quante cadute

A fare selezione in una Milano-Sanremo molto tattica, con un attendismo molto marcato e un clima ideale a renderla ancora meno dura, sono state soprattutto le cadute.

Nelle fasi iniziali si è formata la classica fuga da lontano, con Kluge, Tjallingii, Bono, Bagdonas, Coledan, Peron, Barta, Maestri, Tvetcov, Conti e Kurek. Il gruppetto ha raggiunto gli undici minuti di vantaggio prima dell’inesorabile rimonta del gruppo orchestrata dalle squadre dei principali favoriti. I Capi non hanno creato alcunché, ed anche la Cipressa è stata approcciata in maniera tranquilla dopo la consueta bagarre per tenere le posizioni di testa. Sono state piuttosto le cadute a segnare la corsa in questa fase. Ne ha fatto le spese anche Matthews, uno dei grandi favoriti, così come Thomas, e sulla salita della Cipressa anche Ulissi.

Sei chilometri di spettacolo

La corsa ha iniziato a muoversi in cima alla salita della Cipressa, dove la fuga iniziale è arrivata al capolinea.

Visconti e Stannard hanno tentato l’attacco ormai in prossimità dello scollinamento, dopo una salita condotta in modo regolare. Al ritorno sull’Aurelia anche Oss, Montaguti e Sabatini si sono aggiunti al comando, ma la collaborazione non è stata ottimale e per un gruppo ancora forte di gran parte delle sue unità è stato facile annullare il tentativo.

Così la vera bagarre si è racchiusa negli ultimi sei km, la parte conclusiva del Poggio e la planata verso via Roma. Dopo un primo tentativo di Fedi è stato Kwiatkowski a lanciare un bell’attacco nel finale della salita del Poggio.

Nibali ha deciso di giocare le sue carte forzando in discesa con Cancellara e Sagan a ruota, ma tornati in piano per gli ultimi 2 km il gruppo si è ritrovato ancora molto numeroso, con Kwiatkowski ormai raggiunto.

Cancellara ha provato il suo attacco ad un km e mezzo, e Sagan ha dovuto spendere molte energie per chiudere il buco, uno sforzo forse decisivo per lo slovacco. I fuochi d’artificio finali sono continuati con l’affondo di Boasson Hagen che si è trascinato dietro Van Avermaet, ma il gruppo ha ancora chiuso, con Gaviria che è caduto nei concitati frangenti finali. Roelandts ha allora lanciato lo sprint lunghissimo, con Bouhanni e Demare pronti a superarlo. Ma Bouhanni si è piantato per un salto di catena lasciando così via libera a Demare che è andato a vincere alla grande davanti a Swift e Roelandts. Amarissimo il quarto posto di Bouhanni, poi Van Avermaet e Kristoff. Poca gloria, come previsto, per l’Italia: Pozzato ha chiuso ottavo davanti a Colbrelli e Trentin.