Non ci sono grosse sorprese nell’elenco delle wildcard distribuite dal Tour de France. Gli organizzatori hanno optato per una scelta in fotocopia rispetto alla passata stagione, privilegiando le squadre francesi oltre alla tedesca Bora Argon 18. Il gruppo sarà così composto dalle stesse 22 squadre che hanno già corso il Tour de France lo scorso luglio. Nessuna chance anche stavolta per le squadre italiane.

Tour de France, le stesse squadre

Le regole per comporre il gruppo delle 22 squadre che partecipano al Tour de France sono le stesse di tutte le altre gare del circuito World Tour.

Hanno il diritto dovere di partecipare le 18 squadre con licenza World Tour. L’organizzazione ha poi a disposizione 4 wildcard per completare il gruppo invitandoaltrettante squadre di categoria Professional.La scelta dell’organizzazione è ricaduta sulle tre squadre francesi che militano nella categoria Professional, e cioè Direct Energie, Cofidis e Fortuneo Vital Concept. La quarta wildcard è andata alla squadra tedesca Bora Argon 18. Sono le stesse squadre scelte un anno fa, quando però le wildcard erano cinque e l’ultima andò alla MTN, ora passata nel World Tour con il nome di Dimension Data e quindi iscritta d’ufficio.

La Direct Energie è la ex Europcar, la squadra di Thomas Voeckler e Bryan Coquard, in cui è arrivato quest’anno anche Sylvain Chavanel.

La Cofidis è capitanata da Nacer Bouhanni, mentre la Fortuneo è la più piccola delle tre squadre francesi e punterà su corridori esperti come Fedrigo, Hutarovich e Chris Anker Sorensen.

Poca Italia al Tour de France

Anche nella prossima edizione dunque ci sarà solo una squadra italiana al via del Tour de France, la Lampre Merida.

Del resto non c’erano grandi velleità per le nostre squadre Professional, che puntano sul Giro d’Italia e non hanno la forza per reggere due grandi corse a tappe una dietro l’altra. Molto diversa era la situazione nei decenni passati, quando le nostre squadre erano ai vertici. Basti pensare che nel 2005 le squadre italiane al Tour de France erano 4. Ma il top si era toccato negli anni novanta, quando le squadre italiane erano spesso 8 o 9, con formazioni storiche come Saeco, Mapei, Gewiss e Carrera. Una situazione probabilmente irripetibile.