Fabio Aru al Sestriere. Vincenzo Nibali al passo San Pellegrino. Così i due campioni della Astana stanno preparando, separatamente, l’assalto al Tour de France. Ma dalla montagna torinese il Ds della squadra kazaka Giuseppe Martinelli e il giovane scalatore sardo hanno chiarito che la presenza contemporanea dei due campioni al Tour non genererà nessuna rivalità, anzi sarà un problema per gli avversari.
Nibali, l’arma in più per l’Astana
Al di là delle dichiarazioni di facciata tra Fabio Aru e Vincenzo Nibali non c’è un feeling particolarmente spiccato.
In questi anni insieme alla Astana non si sono quasi mai incrociati neanche nelle corse minori. Aru non ha mai nascosto che il suo campione preferito è sempre stato Alberto Contador, mentre Nibali non ha fatto mancare qualche critica al giovane compagno di squadra: “E’ irascibile e non chiede mai niente, non ha nessuna considerazione” sbottò il siciliano in un’intervista di qualche settimana fa.
Non c’è amicizia tra i due, ma la grande professionalità che contraddistingue entrambi è una garanzia che anche in questa pressoché inedita presenza congiunta in una grande corsa tutto andrà per il meglio. “Non andremo al Tour de France con due leader, Nibali è un’arma in più, non voglio alcuna rivalità” ha commentato al riguardo Martinelli dal Sestriere.
Allenamenti separati, ma unità d’intenti
Martinelli ha confermato che Fabio Aru partirà al Tour de France con lo status di leader e che la presenza di Nibali sarà un punto di forza per tutta la squadra. “La loro gestione è più facile di quanto si possa pensare” ha spiegato l’esperto Ds bresciano “Le decisioni saranno prese in base alle situazioni di corsa, ma siamo fortunati ad avere a disposizione questi due corridori”.
Fabio Aru è stato come sempre molto stringato nelle sue dichiarazioni, limitandosi a dire di avere “fiducia cieca in Nibali”. Aru non si è detto minimamente preoccupato della scarsa competitività in montagna palesata al Giro del Delfinato: “Non era il mio obiettivo il Delfinato. Ho vinto una tappa poi mi sono concentrato sul mettere chilometri nelle gambe e migliorare il ritmo. Sia il mio approccio che quello di Vincenzo è questo, troviamo il ritmo nelle corse che precedono il grande appuntamento”.