Il prossimo 16 ottobre sarà rimessa in palio la maglia iridata di ciclismo portata quest’anno da Peter Sagan. Sarà il Qatar ad ospitare questa volta i Mondiali di ciclismo, una prima assoluta per un paese del Medio Oriente. La corsa sarà interamente pianeggiante, e del resto trovare delle salite in Qatar è impossibile. Rispetto alla prima stesura del tracciato che era stata pubblicata fin dallo scorso anno sono state effettuate delle modifiche sostanziali che potrebbero avere un peso determinante sull’esito della corsa.
Mondiali 2016, più deserto e meno circuito
Il percorso scelto inizialmente per i Mondiali di ciclismo 2016 prevedeva una fase iniziale in linea di circa 80 km da pedalare nel deserto, e poi un finale con undici tornate di un circuito cittadino a Doha, che prevede anche un passaggio in pavè. Tutto ovviamente pianeggiante, come non può che essere anche nella nuova stesura del percorso che però prevede delle importanti novità. La prima parte da pedalare nel deserto è stata molto ampliata e sarà di circa 150 km, prima di raggiungere la città di Doha per sette passaggi sul circuito finale. Le modifiche sono state apportate per cercare di dare maggior imprevedibilità alla corsa. Nelle strade in mezzo al deserto il vento spira quasi sempre in maniera sostenuta, come abbiamo visto più volte al Tour of Qatar, uno degli appuntamenti dell’inizio di stagione.
Con ben 150 km da pedalare nel deserto la corsa potrebbe riservare grandi sorprese già nelle fasi iniziali e centrali, tra ventagli e spezzettamenti vari, arrivando così al facile circuito finale con una situazione già delineata.
Le modifiche effettuate potrebbero rendere più difficile la vita ai velocisti e alle relative squadre, soprattutto pensando a quegli sprinter come Kittel e Greipel che non hanno grande esperienza nelle classiche del nord dove i ventagli sono all’ordine del giorno. Per questo potrebbero risalire le quotazioni di corridori come Degenkolb o Kristoff, e di nazionali come il Belgio e l’Olanda che potrebbero giocarsi tutte le loro possibilità nelle fasi centrali della corsa.