Determinata, coraggiosa, eccezionale. Bastano pochi aggettivi per descrivere Beatrice Vio, per tutti Bebe,una ragazza di diciannove anni capace di affrontare la vita con una forza e una personalità incredibili,sempre con il suo immancabile sorriso.Bebe ieri è diventatacampionessa paralimpica di fioretto individuale alle Paralimpiadi di Rio: un’impresa grandiosa, che ha fatto emozionare un’intera nazione. Tutta l’Italia si è affezionata a questa ragazzina, così bella e così tenace, che ci ha fatto capire che nello sport, come nella vita, non bisogna arrendersi mai.

Bebe ha vinto sette incontri, tutti disputati nella stessa giornata. Nelle eliminatorie ha battuto – sempre con l’en-plein per 5-0 – la tedesca Simone Briese-Baetke, la bielorussa Alesia Mkryskaya, la georgiana Irma Khetsuriani e la cinese Yao Fang. Ai quarti si è sbarazzata della polacca Marta Makowska per 15-6 e ancora della cinese Yao Fang in semifinale, questa volta per 15-1.L’ultimo incontro, alle 21 italiane, contro la cinese Jingjing Zhou, che ha battuto con il risultato di 15-7 e che leha permesso di vincere un oro paralimpico, il suo primo oro a cinque cerchi, al suo esordio in una Paralimpiade.

Una storia di rinascita, di determinazione e di amore

Bebe ha iniziato a tirare di fioretto a cinque anni e mezzo.

E’ la sua passione da sempre e già a quell’età dimostrava di aver grande talento. Eppure, a 11 anni, poteva tutto finire, irrimediabilmente. E’ stata, infatti, colpita da una forma molto aggressiva di meningite, a seguito della quale le sono stati amputati gli arti superiori e inferiori. La piccola campionessa, però, grazie anche alla vicinanza della sua famiglia, non si è mai data per vinta e ha deciso di andare avanti conil suo percorso.

Si è diplomata in Arti Grafiche e Comunicazione e ha continuato con la sua grande passione e, oggi, è l’unica al mondo a tirare di fioretto con una protesi. E, soprattutto, è campionessa paralimpica.

“Mi hanno regalato un sogno” è il titolo del libro che ha scritto e questo sogno è diventato realtà, grazie alla volontà di Bebe di raggiungerlo, con lavoro, impegno, lacrime e sacrifici. Ora può godersi questo momento, dove tutte le difficoltà passano in secondo piano, perché lei ha vinto non solo sulla pedana.