Pensavano di averla fatta franca e invece ci ha pensato ilCIO a punirli un mese dopo la fine delle Olimpiadi. Tre pugili hanno violato il divieto di scommettere sugli eventi olimpici durante i Giochi di Rio de Janeiro dove loro stessi erano impegnati.
I tre scommettitori sono il 24enne l'irlandese Michael John Conlan, il 27enne nord irlandese Steve Gerard Donnelly e il britannico Antony Fowler, tutti colpevoli di aver puntato denaro proprio su match di pugilato.
Il CIO come è ormai consuetudine riguardo a fatti inerenti all'etica sportiva, ha usato il pugno duro ed infatti i tre pugili se vorranno prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 dovranno non soltanto conquistare la qualificazione sul ring, ma sostenere anche programmi educativi organizzati dalla Associazione Internazionale di Boxe e dallo stesso CIO per poter così espiare le loro colpe.
Il Comitato Olimpico ha inoltre ammonito anche le federazioni della Gran Bretagna e dell'Irlanda oltre all'Alba per non aver vigilato a dovere sul comportamento degli atleti invitandole a non commettere in futuro altri simili errori. Resta ora la curiosità di sapere se le puntate hanno portato denaro ai tre scommettitori.
Conlan è passato alle cronache alle Olimpiadi di Rio per aver alzato il dito medio verso i giudici al termine del match perso contro il russo Nitkin: secondo l’irlandese il verdetto venne ribaltato per regalare la vittoria al suo avversario, una polemica continuata anche sui social network con frasi piuttosto pesanti rivolte all'atleta. Qualche settimana dopo Conlan è stato protagonista di un gesto di ben altro spessore, ricevendo una medaglia di carta e una lettera da parte di un ragazzino di Dublino, un suo piccolo tifoso che lo aveva omaggiato con quel premio come sorta di risarcimento per quella medaglia non conquistata sul ring.
Al di là della protesta plateale dell'irlandese, molti verdetti a Rio sono stati contestati in molte categorie, tanto che al termine delle Olimpiadi molti giudici sono stati rimossi dalle loro cariche.