Chi pensava che con la chiusura della sua squadra Oleg Tinkov non entrasse più a gamba tesa sul mondo del Ciclismo, i suoi protagonisti e le sue regole, ha subito l’occasione per ricredersi. Il motivo della prima secca esternazione da ex del magnate russo è il ritorno nel ciclismo di Bjarne Riis, il manager danese da cui aveva comprato la squadra. Riis aveva espresso la sua delusione per la chiusura del team da lui creato e poi venduto a Tinkov, e la risposta non si è fatta attendere.

Tinkov: “Nessun posto nel ciclismo per Riis”

Quello che nelle ultime stagioni è stato il Team Tinkoff era stato creato molti anni fa da Bjarne Riis, ex corridore danese conosciuto non solo per la sorprendente vittoria al Tour del ’96 ma anche per l’ammissione sull’uso di sostanze dopanti durante la sua carriera.

Oleg Tinkov era entrato nella squadra come sponsor, per poi comprarla al termine della stagione 2013. Riis era rimasto alla guida tecnica del team, per poi uscirne definitivamente per divergenze con Tinkov. Ora l’ex corridore danese è pronto a rientrare nel ciclismo con un nuovo progetto che lo vedrà alla guida di una squadra maschile Continental e di una femminile World Tour. Per contro Tinkov ha deciso di chiudere la sua squadra ed uscire di scena.

In una recente intervista al giornale danese Ekstra Bladet, Riis ha espresso la sua delusione per la chiusura della squadra decisa da Tinkov. È bastato per scatenare la reazione del vulcanico magnate russo, sempre pronto allo scontro verbale senza mezzi termini: “Non l’ho mai detto prima, ma persone come Riis, Vaughters o Bruyneel dovrebbero essere squalificate a vita dal ciclismo.

Non solo hanno promosso il doping, ma ne hanno beneficiato materialmente. Vedo questo come un crimine, ed è un peccato che queste persone siano sempre nel mio sport” ha dichiarato Tinkov a Cyclingnews.

Riis ha ammesso di aver vinto il Tour de France grazie all’assunzione di Epo, ma bisogna dire che in quei controversi anni novanta buona parte del gruppo faceva altrettanto, in maniera più o meno spinta.

Molti dei manager e direttori sportivi attuali fanno parte della generazione di Riis e c’è da chiedersi se la differenza tra il danese e gli altri sia il comportamento tenuto durante la carriera o solo l’ammissione.

Il Team Tinkoff, un giocattolo

Oleg Tinkov è entrato anche più nel merito della critica di Riis sulla decisione di chiudere la squadra.

“Riis deve sapere che una volta che la proprietà è cambiata, il nuovo proprietario può fare quello che vuole” ha continuato il magnate russo “Ho comprato il giocattolo, ci ho giocato a modo mio, quindi è strano sentire queste lamentele. Con i soldi che gli ho dato per comprare la squadra Riis ha preso uno chalet in Svizzera. Molto probabilmente l’ha rinnovato a suo modo e sarebbe strano se il precedente proprietario si lamentasse del nuovo stile”. Un ragionamento che non fa una piega, anche se tra le righe del discorso di Tinkov è sempre evidente quell’altezzosità data dal denaro che può comprare ogni cosa.