Nel mondo dello sport americano c'è sempre un legame molto intenso tra le squadre e le città che esse provano ad esprimere nelle loro prestazioni sul campo. Beninteso, il termine città va qui colto nel suo senso più ampio, tra caratteristiche fisiche, geografiche, storia, cultura e colori. In molti casi, tale legame è subito evidente o intercettabile tramite un approfondimento davvero esiguo. In altri casi, questo nome va leggermente approfondito con un minimo di indagine storica e un piccolo impegno di studio, come nel caso della squadra di Basket NBA di Cleveland, ovvero i “Cavaliers”: tale nome è infatti dovuto ad un gruppo di cavalieri di fine 1700 che per primo fondò la città nei pressi del grande Lago Erie.

Ma, a ben guardare, oggi più che mai, il nome dei Cavaliers sembra ormai trovare largo riscontro in quello che questa squadra, campione in carica, ci sta mostrando sul parquet nella fase iniziale della corrente stagione, e in virtù del loro ultimo impegno casalingo contro Portland.

La partita alla Quicken Loans Arena

Nella notte tra il 23 ed il 24 Novembre 2016, alla Quicken Loans Arena di Cleveland, i Cavaliers hanno affrontato i Trail Blazers di Portland, in un match con non poche sorprese. La partita è stata dominata dalla squadra di casa con un punteggio di 137 a 125, ma le statistiche vanno osservate con particolare attenzione. Se si analizza la partita volta per volta, infatti, nella seconda metà di gara, Portland è riuscita a prevalere sui suoi diretti avversari, imponendosi nel terzo e nell'ultimo quarto: 3Q (32 a 31) e 4Q (33 a 25).

Nonostante tutto, Cleveland è riuscita a portare a casa la partita. Come mai? Semplice: la risposta è data dalla gara incredibile della prima metà di gioco ed in particolare dalla strabiliante prestazione del primo quarto: 1Q (46 a 31), con cui i Cavaliers si sono portati in vantaggio di 15 punti, in soli 12 minuti. Si tratta di numeri davvero molto alti, nonostante si parli di una squadra che è ormai tra le migliori al mondo.

Portland può soltanto tentare di limare il distacco, e ci riesce egregiamente nel secondo quarto, riducendo lo svantaggio e mettendo a segno solo 6 punti in meno rispetto ai giocatori di Cleveland: 2Q(29 a 35), complice anche la superba prestazione di uno dei migliori giocatori della Western Conference, ovvero Damian Lillard, che mette a segno 40 punti per i Blazers, accompagnati da 11 assist, che lo rendono il migliore per Portland.

Il tentativo è oltremodo apprezzabile, ma il distacco dagli avversari non è solo numerico o fisico, bensì anche psicologico.

Il duo James – Love

Ma le due stelle a brillare di più in questa notte di Novembre sono i numeri 23 e 0 dei Cavaliers, ovvero James e Love. Il talento di Akron mette a segno 31 punti, risultando il secondo miglior marcatore della partita per Cleveland, ma effettuando 13 assist e 10 rimbalzi, mettendo a segno l'ennesima tripla doppia della sua carriera, più precisamente la numero 44, che gli permette di salire al 6° posto nella classifica delle triple-doppie NBA, scavalcando il record precedente di Fat Lever, fermo a 43. Per quanto riguarda Kevin Love, è lui il miglior realizzatore tra i suoi, con ben 40 punti.

Attenzione però: ciò che lascia sorpresi di questa superba prestazione è il tempo che gli è stato necessario per raggiungere questo risultato. Non per il fatto che abbia giocato 31 minuti, ed è stato praticamente assente dal campo per più di un quarto, bensì per i suoi primi 12 minuti: alla fine del primo quarto, infatti, Love aveva già totalizzato 34 punti, entrando di diritto nella storia NBA. Love ha infatti realizzato il secondo punteggio più alto in un singolo quarto, alle spalle solo di Klay Thompson (che ne ha realizzati 37 nel terzo quarto della partita del 23 Gennaio 2015 contro i Kings di Sacramento).

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