Sfuma la prima tripletta olimpica di Usain bolt. A nove anni di distanza dalle olimpiadi di Pechino, infatti, il velocista jamaicano si vede ritirare l'oro vinto con la staffetta 4x100, una delle tre medaglie ottenute dall'atleta nei giochi cinesi. Il motivo della decisione del Comitato Olimpico Internazionale è la positività di Nesta Carter - uno dei componenti della squadra jamaicana insieme a Bolt, Asafa Powell, Michael Frater e Yohan Blake - alla metilexaneamina, uno stimolante "specifico" presente nella lista Doping dell'AMA (Agenzia Mondiale Antidoping).

Cos'è la metilexaneamina

La sostanza, nota anche come dimetilamilamina (DMAA) è un composto simile alla più nota anfetamina. Inizialmente commercializzata negli anni 70 come decongestionante nasale, deve il suo "successo" a una sostanza stimolante affine, l'efedrina - in passato piuttosto diffusa come integratore alimentare e la cui vendita è stata proibita nel 2006. Proprio la scomparsa dell'efedrina dal mercato ha provocato un ritorno in auge della metilexaneamina, viste le caratteristiche simili dei due composti: il DMAA infatti agisce stimolando il sistema nervoso centrale, provocando un senso di benessere, euforia e aumentando la resistenza fisica. Tuttavia, l'alterazione delle performance e i rischi connessi all'assunzione del DMAA (emicrania, nausea, ipertensione, insonnia e addirittura ictus) hanno spinto la WADA a inserirla nella lista delle sostanze proibite.

Le conseguenze della squalifica

La squalifica della squadra jamaicana ha come ovvia conseguenza la revoca dell'oro vinto dagli atleti caraibici nel 2008. Il gradino più alto del podio nella staffetta 4x100 di Pechino viene quindi occupato dalla squadra di Trinidad & Tobago, che a quasi dieci anni di distanza ottiene il suo terzo oro olimpico assoluto (a Montreal 1976 e Londra 2012 gli altri due).

La medaglia d'argento va alla squadra del Giappone, quella di bronzo al Brasile.

A livello personale, lo sprinter Usain Bolt vede quindi il suo palmarès olimpico scendere a otto medaglie d'oro: due ottenute a Pechino e tre nelle successive edizioni di Londra e Rio. In basso il video della gara incriminata.