È solo uno dei tanti premi secondari del Tour de France, eppure l’assegnazione del titolo di corridore più combattivo della corsa ha sollevato un polverone. La giuria composta da esperti francesi ha eletto come supercombattivo Warren Barguil, vincitore anche di due tappe di montagna e della maglia dei Gpm. Ne ha fatto le spese il belga Thomas De Gendt, che pure ha passato oltre 1.200 chilometri in fuga in questo Tour de France. Questa scelta ha fatto molto discutere e la giuria ha dovuto dare una spiegazione per aver assegnato il premio a Barguil e non a De Gendt.

Combattività a Barguil o a De Gendt?

Il premio del corridore più combattivo del Tour de France viene assegnato da una giuria di esperti francesi. Per stilare questa classifica secondaria non si tiene conto di nessun parametro oggettivo, come i chilometri passati in fuga. L’assegnazione avviene tramite il voto dei giurati, che possono così esprimere in piena libertà la propria preferenza senza attenersi a nessun metro di raffronto tangibile. Il fatto che la giuria sia francese può inevitabilmente dare un vantaggio ai corridori di casa e così è stato quest’anno. Nonostante il corridore con più chilometri di fuga sia stato di gran lunga il belga Thomas De Gendt, la giuria ha deciso di assegnare il premio al francese Warren Barguil.

De Gendt non l’ha presa bene, ha criticato molto duramente il Tour e la giuria, parlando di scelta nazionalistica.

Barguil più decisivo

La dura presa di posizione di De Gendt, sostenuto anche da una valanga di click e like sui social network, ha consigliato la giuria a dare una motivazione pubblica della propria scelta. Dalle pagine del giornale belga Het Nieuwsblad il presidente della giuria Thierry Gouvenou ha spiegato che è stata scelta la qualità degli attacchi di Barguil, che ha attaccato anche nei finali di corsa, a discapito della quantità di De Gendt, che si è sempre inserito nelle fughe partite nelle fasi iniziali: “Barguil c’è stato nei momenti chiave del Tour de France” ha spiegato Gouvenou.

“E’ andato all’attacco nei grandi momenti della corsa, negli ultimi chilometri in montagna, non solo nelle fughe da lontano. De Gendt ha corso all’attacco ma non per la vittoria” ha concluso Gouvenou. Nonostante quello della combattività sia un premio secondario, la visibilità e la remunerazione economica sono di tutto rispetto. Il vincitore sale sul podio di Parigi nella cerimonia finale e riceve anche un premio in denaro di 20.000 euro.