Il Tour de France ha rilanciato alla grande la carriera di Warren Barguil, che, dopo un esordio di grande spessore nel Ciclismo pro, aveva un po’ deluso le attese negli ultimi due anni. Il francese della Sunweb è stato tra i grandi protagonisti della corsa, andando all’attacco in quasi tutte le tappe di montagna, conquistando due successi e l’ambita maglia a pois. A 25 anni Barguil può guardare al suo futuro di uomo da corse a tappe con grande fiducia, ma il corridore francese ha ricavato dalle sue prestazioni dei motivi di grande speranza anche per tutto il ciclismo.

Barguil, una vittoria umana

Se nelle stagioni scorse al Tour de France era pressoché inevitabile riaccendere le luci sul doping, stavolta nelle tre settimane di corsa non si sono create particolari discussioni, polemiche o dubbi su questo tema. Sarà per l’equilibrio espresso da questo Tour, per la mancanza di vere imprese o prestazioni da favola da parte dei corridori di classifica, ma anche Chris Froome stavolta non è stato bersagliato dalla critica negativa di parte della stampa come accadeva negli anni scorsi. Della serenità con cui è filato via da questo punto di vista il Tour de France ha parlato Warren Barguil, vincitore delle tappe di Foix e dell’Izoard e maglia a pois.

“Il ciclismo ora è diventato più pulito, altrimenti non avrei vinto sull’Izoard” ha spiegato il francese a Cyclingnews.

Barguil ha analizzato e mostrato i dati della sua scalata all’Izoard, quando è riuscito a staccare Froome e gli altri uomini di classifica e andare a vincere. Dati di alto livello, ovviamente, ma non paragonabili a quelli che venivano raggiunti alcune stagioni fa, a riprova che ora è possibile vincere senza doping. “Ho vinto senza arrivare a spingere dei watt pazzi in salita.

Ho fatto 5.9 watt per chilo, non è una performance elevatissima. Il ciclismo è più pulito e questo è bello” ha continuato Barguil.

Barguil: ‘Il ciclismo guarda al futuro’

Warren Barguil ha dato un’interpretazione legata alla pulizia del ciclismo anche di alcuni aspetti strategici delle corse attuali.

Secondo il corridore francese oggi il gruppo non lascia più guadagnare troppi minuti alle fughe da lontano, perché senza doping diventerebbe impossibile poi recuperare minuti su minuti nel finale. “Nessuna squadra ti permette di guadagnare più di dieci minuti, non potrebbero più recuperare. Le cose sono cambiate, ci sono più controlli e dobbiamo guardare al futuro. Non avrei vinto sull’Izoard se il ciclismo non fosse cambiato” ha concluso il corridore francese.