Russell westbrook (27 anni) ha deciso di restare ad Oklahoma. Il termine ultimo per la firma dell’estensione era il 16 ottobre, ma l’MVP in carica ha anticipato (e sorpreso tutti) firmando il prolungamento del contratto ieri: sarà il giocatore più pagato nella storia della NBA.

Soldi, tanti soldi

Il prodotto di Ucla (University of California, Los Angeles) porterà a casa 205 milioni di dollari nelle prossime 5 stagioni. A questi si aggiungono però altri soldi, ossia i 28 mln che percepirà per la stagione 2017-18. Il totale è pazzesco: Westbrook infatti guadagnerà 233 milioni di dollari da qui al 2023.

Un rinnovo record dunque quello firmato per Okc, dato che il solo Russell coprirà il 35% del salary cap degli Oklahoma City thunder. Pazzesco anche se si considera un dato alquanto emblematico: durante il suo ultimo anno di contratto, ossia nella stagione 2022-2023, Westbrook guadagnerà 568.292 dollari a partita. Nelle scorse settimane RW ha avuto modo di firmare un altro contratto, con la Jordan: sarà il volto del brand per i prossimi 10 anni.

I riconoscimenti individuali e la stagione dei record

Westbrook è stato scelto dai Thunder al draft del 2008. Chiamato alla numero 4 è stato in grado di trascinare, durante questi primi 8 anni e con il suo ex compagno di squadra Kevin Durant, la franchigia di Oklahoma alle Finals del 2012, poi perse contro gli Heat dei “big three” LeBron, Wade e Bosh.

Se il Palmarès di squadra è ancora “scarno” di grandi risultati (a parte i 2 ori con team USA, Mondiali in Turchia nel 2010 e Olimpiadi a Londra nel 2012), abbondano invece i riconoscimenti individuali. Westbrook infatti è stato miglior marcatore della regular season per ben 2 volte (2015 e 2017), è stato MVP dell'All-Star Game per 2 volte (2015 e 2016), per 6 volte è stato convocato per l’NBA All-Star (2011, 2012, 2013, 2015, 2016, 2017).

Ma il miglior risultato, almeno sul piano individuale, lo ha raggiunto in occasione dell’ultima stagione: MVP della regular season, davanti all’ex compagno di squadra James Harden e alla stella degli Spurs Kawhi Leonard. Un premio ottenuto grazie a dei record impressionanti, i quali lo hanno portato a concludere la stagione con una fantasmagorica tripla-doppia di media: 31.6 punti (miglior marcatore in assoluto), 10.7 rimbalzi (decimo nella classifica generale) e 10.4 assist (terzo in NBA).

Why not?

Why not? “Perché no?” è il mantra del fenomeno di Long Beach. Una frase stampata nell’atletismo, nella passione, nella forza di un giocatore capace di non soccombere al cospetto della partenza illustre della scorsa stagione (KD ai Warriors). Già perché Russell è stato comunque in grado di portare i suoi Thunder ai PO, nonostante l’abbandono di chi ha preferito vincere un anello facile, senza troppi patemi. In estate il gm di Okc - Sam Presti - è stato capace di portare i “talenti” di Paul George e Carmelo Anthony ad Oklahoma, forse le carte vincenti giocate per convincere l’MVP a restare, a legarsi a vita a questi colori. Il rinnovo di RW potrà, a sua volta, essere “usato” per attuare una nuova opera di convincimento: Paul George infatti ha firmato per 1 anno, quindi diventerà FA al termine della prossima stagione.

E allora “perché no?” Perché non provare a conservare questo trio - cosa che non accadde dopo le Finals perse del 2012 con l’allontanamento di Harden - anche se non dovesse arrivare il titolo? Ma soprattutto: “perché no?” Perchè non credere già da quest’anno nella vittoria? Subito dopo la notizia del rinnovo - riportata per primo dal solito Wojnarowski di ESPN - si esprimeva così (su Twitter) l’asso dei Cavs, LeBron James: “Congrats to my G @russwest44 on that bag!!! OKC got a great one!!(like they don't already know) #WhyNot”. Okc può iniziare davvero a sognare.