Il primo anno da ex corridore è passato velocemente per Fabian Cancellara. Il quattro volte iridato a cronometro, plurivincitore di classiche e tappe, è ancora impegnato in diverse attività legate al mondo del ciclismo e più in generale dello sport. Cancellara ha parlato della sua nuova vita, dei ricordi della carriera e di altri temi d’attualità in una lunga intervista concessa a The Outer Line. Particolarmente interessanti sono state le considerazioni che l’ex corridore svizzero ha riservato al tema del doping.

Cancellara, nessun rientro nel ciclismo

Dal momento del ritiro dall’attività agonistica, sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi di Rio, Fabian Cancellara è uscito completamente dal mondo del Ciclismo professionistico. Il campione svizzero è impegnato tra eventi promozionali con gli sponsor e varie attività sportive, e non pensa di tornare nel ciclismo pro con nuovi ruoli. “Forse questo potrà sorprendere qualcuno, ma non sono interessato ad essere coinvolto in una squadra come proprietario o manager, non sto pensando ad una nuova carriera nella gestione di una squadra” ha dichiarato Cancellara, che invece sta investendo tempo e risorse in altri settori. L’ex corridore ha fatto nascere una serie di eventi, le Chasing Cancellara e le TriStar, gare a cronometro in cui i cicloamatori possono confrontarsi con lui e prove di triathlon su distanze più brevi e accessibili a tutti rispetto a quelle classiche.

Cancellara è anche impegnato con la Trek e con molte altre aziende in qualità di ambasciatore. “Sono ancora impegnato per circa 30 giorni all’anno con la Trek per lavorare come ambasciatore globale. Rappresento anche i prodotti Gore Tex oltre ad altri prodotti svizzeri locali” ha spiegato l’ex corridore svizzero.

Il doping, un problema del passato

Molto interessante è stato il quadro che l’ex campione ha disegnato a proposito dei problemi del ciclismo con il doping. Cancellara ha parlato di uno sport che svoltato completamente. ‘Oggi la situazione è molto migliorata” ha spiegato l’ex campione. “Il doping era come un’epidemia nel gruppo negli anni novanta e fino all’inizio degli anni duemila.

Ma poi credo che la cosa abbia iniziato ad essere limitata ad alcune squadre, e poi solo ad alcuni corridori. Oggi credo che ci sia solo qualche pecora nera occasionale che cerca di doparsi". Lo svizzero ha parlato di un sistema in cui la colpa maggiore è delle squadre più che del singolo corridore: "Il doping dipendeva principalmente dall’aiuto della squadra e la maggior parte delle squadre si è ripulita. Ci sarà sempre però qualche stupido che cercherà di doparsi” ha concluso Cancellara.