Il caso della positività di Chris Froome al salbutamolo ha fatto concentrare in maniera ancora più intensa le attenzioni del mondo del Ciclismo sul Team Sky. Dalle rivelazioni sulle esenzioni a scopo terapeutico fino al caso froome, passando per il misterioso pacco di medicinali consegnato a Wiggins al Delfinato 2011, lo squadrone britannico ha visto addensare sempre più dubbi sul proprio operato. A dare un’immagine ancora più controversa della Sky ci ha pensato un suo ex medico, il toscano Fabio Bartalucci.

L’esperienza nel Team Sky

Fabio Bartalucci ha parlato del suo periodo di collaborazione con il Team Sky e del caso Froome in un’intervista concessa a Cyclingnews.

Medico sportivo e docente di fisiologia all’Università di Siena, Bartalucci è arrivato alla squadra britannica dopo aver maturato una lunghissima esperienza in altre formazioni del ciclismo professionistico, come Gatorade, Polti e FDJ. Il medico toscano arrivò alla Sky nell’inverno del 2010, dopo che la squadra britannica aveva vissuto la sua stagione d’esordio nel ciclismo pro, senza ottenere grandi risultati. Il team si era avvalso in quel primo periodo di medici esterni al mondo del ciclismo per dare un’immagine completamente nuova e svincolata rispetto agli scandali doping in cui erano rimaste invischiate altre formazioni. I risultati però non arrivarono in quel 2010 e la Sky decise allora di aprire le porte a medici di maggior esperienza ciclistica.

Tra questi anche Fabio Bartalucci, che era noto alla Sky in quanto collaboratore di Nicole Cooke, la britannica che aveva vinto il titolo olimpico e mondiale nel 2008.

Il medico toscano fu chiamato dalla Sky per occuparsi di un programma di recupero endovenoso, che fu però in seguito accantonato per la politica contraria alle iniezioni introdotta dall’Uci nel 2011.

Bartalucci ha parlato di un’esperienza controversa in quei quasi due anni di collaborazione con la Sky: “Sono stato visto come uno bravo ad aiutare con il recupero, ma penso di aver offerto molto più di quello” ha raccontato il medico a Cyclingnews. “Pensavo di essere stato assunto per una serie di motivi, per rispetto ed interesse per quanto realizzato con Nicole Cooke senza una singola iniezione e per quello che potevo portare al team in termini di esperienza medica nel ciclismo professionistico.

Pensavo che ci fosse rispetto per me come medico e come persona”, ha continuato Bartalucci, che ha parlato di ingerenze da parte della squadra sul lavoro dei medici. L’ex manager della Sky, Fran Miller, partecipava infatti alle videoconferenze dei medici: ‘Non credo che le informazioni riguardanti la salute dei corridori vadano discusse al di fuori del gruppo dei medici. La squadra e il management deve fidarsi se il medico dice che un corridore è in grado di correre o no. La salute di un corridore non è aperta ad un dibattito” ha dichiarato Bartalucci.

Il caso salbutamolo di Froome

L’ex medico della Sky ha poi analizzato il caso della positività al salbutamolo di Chris Froome. Secondo Bartalucci tutto è stato generato dalle pressioni a cui è stata sottoposta la squadra dopo le rivelazioni sulle esenzioni a scopo terapeutico di Wiggins, svelate da un gruppo di hacker.

“E’ sorprendente che un atleta meticoloso come Froome possa finire con un valore così alto di salbutamolo. È altrettanto sorprendente che il medico gli abbia consigliato di aumentare il dosaggio di salbutamolo, come ha affermato Froome. Sarebbe stato più sensato usare il triamcinolone chiedendo un’esenzione in modo da avere un trattamento adeguato. Ovviamente tutto il dibattito sulle esenzioni del passato, le attenzioni dei media, hanno fatto sì che il Team Sky fosse sottoposto ad un controllo intenso e questo li ha portati a fare degli errori” ha spiegato Bartalucci.

Al di là del caso specifico il medico toscano si è detto molto critico dell’atteggiamento tenuto dal Team Sky e in particolar modo dal suo Team manager Dave Brailsford.

“I problemi dell’ultimo anno hanno evidenziato la mancanza di sensibilità di Brailsford” ha dichiarato Bartalucci. “E’ entrato nello sport con arroganza. È sempre un errore dire pubblicamente noi siamo diversi da tutti gli altri. Quando poi commetti un errore nessuno ti dà una mano ed è quello che è successo. Il ciclismo è così complesso che devi rimanere umile e rispettare anche il tuo avversario più odiato. Purtroppo l’umiltà non è una qualità di Dave e delle persone di cui si è circondato alla Sky” ha concluso Bartalucci.