Una vita con un casco in testa, sempre alla ricerca della velocità e di nuove sfide da superare attraverso la tenacia ed un talento forse non sempre esibito. Sicuramente per Luca Filippi ci saranno ancora migliaia di chilometri di asfalto da mordere e, chissà, forse pure un titolo in Formula E da conquistare nelle prossime stagioni.

Formula E, l'intervista a Luca Filippi

- Appartiene allo striminzito gruppo di piloti italiani ancora in attività. Baciato dalla fortuna o dal talento?

In effetti piloti italiani di alto livello non ce ne sono molti. Tra i superstiti sono quello che sicuramente non ha mai mollato ottenendo dei buoni risultati nelle varie categorie in cui ho corso.

(vice-campione GP2, un podio in Indycar, collaudatore in Formula 1 e sviluppo per la Pirelli ndr) e sapendo soffrire nei periodi più duri. Il talento? È un qualcosa di non facile da spiegare e non sarebbe giusto ridurre una cosa del genere in chi possiede più o meno talento.

- L' età specialmente nello sport scorre velocemente. Qualche rimpianto?

Non sono più un ragazzino ma fortunatamente il motorsport non è destinato soltanto ai giovani anzi ci sono tante categorie in cui uno dei punti di forza predominante è l'esperienza. La Formula E ad esempio, è abbastanza tecnica e l'età dei piloti è alta poiché c'è bisogno di esperienza e una certa visione di gara che i ragazzini seppur veloci in pista non possiedono ancora.

La Formula E mi terrà impegnato per qualche altro anno. Ovviamente avrei preferito continuare il mio percorso in Formula 1 ma è stato bello essere un collaudatore per Honda e Pirelli in quella classe.

- Correre in Formula E è stata una scelta di ripiego?

La Formula E è un'opportunità: si tratta di un campionato in continua evoluzione e sviluppo.

Sviluppo sia della stessa categoria sia tecnico in quanto le più importanti case automobilistiche investono al fine di sviluppare al limite le varie componenti meccaniche ed elettriche, presenti nel prossimo futuro sulle comuni automobili. Quindi la parola “ ripiego” è completamente sbagliata ed oggi tutti i piloti vorrebbero sedersi in una monoposto di Formula E.

La competitività è altissima e posso ritenermi davvero soddisfatto di appartenere a questo mondo.

- Lontanissimo dai primissimi posti: è una stagione già conclusa?

Si tratta di una stagione di apprendistato in quanto tutti coloro che stanno lottando per il campionato sono qui da 2-3 anni ed essendo una categoria complessa ci vuole il tempo giusto per massimizzare il duro lavoro svolto da me e dal team al fine di ottenere risultati importanti.

- Terminiamo con una ipotesi: la Ferrari lascia la F1, progetta un'auto elettrica e lei diventa il suo primo pilota. Le piacerebbe?

Questa è una domanda a cui rispondo da tifoso. Io spero che la Rossa non abbandoni mai la F1 ma auspico ad un ingresso di un marchio del gruppo FCA all'interno del circus, divenendo per noi italiani, un grande vanto. Ed inoltre, da pilota sarebbe davvero niente male far parte di un team del genere.