Si è risolta in maniera un po’ deludente la terza tappa della Tirreno Adriatico 2018. La corsa è rimasta bloccata fin quasi all’ultimo chilometro, quando lo sloveno Primoz Roglic ha attaccato e guadagnato una manciata di secondi difesi con grande tenacia fin sul traguardo. Il Team Sky ha controllato la parte finale della corsa, riuscendo a piazzare tutti i suoi big nelle parti alte dell’ordine d’arrivo e contando ora su Geraint Thomas in maglia di leader e ben tre corridori nei primi cinque. Domani però la situazione potrebbe essere rimescolata completamente dall’arrivo in salita di Sassotetto.

Bagioli in maglia verde

La terza tappa della Tirreno Adriatico era la più lunga della corsa, con ben 239 km da Follonica a Trevi, dalla Toscana all’Umbria. Il percorso proponeva molti saliscendi e un circuito finale attorno a Trevi con una dura salita di un paio di chilometri da affrontare per due volte in rapida successione.

La corsa ha trovato subito un gruppetto di fuggitivi con tutte le squadre professional rappresentate. A lanciarsi all’attacco sono stati Jacopo Mosca (Wilier-Selle Italia), Nicola Bagioli (Nippo-Vini Fantini), Sho Hatsuyama (Nippo-Vini Fantini), Dennis van Winden (Israel Cycling Academy) e Stepan Kurianov (Gazprom-Rusvelo), raggiungendo un vantaggio massimo di circa nove minuti.

Bagioli è stato bravo a centrare tutti i traguardi dei Gpm nella fase iniziale e centrale della tappa, rafforzando così la maglia verde conquistata ieri. Il gruppo ha poi cominciato la sua rimonta spinto dalla BMC che ha fatto lavorare Patrick Bevin, sempre nel ruolo di gregario nonostante la maglia di leader. Le salite di Montefalco e soprattutto il primo passaggio sulla durissima rampa di Trevi non hanno prodotto la bagarre attesa.

In testa al gruppo si è portata la Sky, e Bagioli ha dovuto arrendersi per ultimo tra i fuggitivi, mancando di poco il transito per primo sul Gpm di Trevi.

Nelle fasi centrali della corsa si sono registrate anche diverse cadute: è finito a terra Bevin, prontamente ripartito e medicato in corsa, mentre è stato costretto al ritiro Geschke, caduto insieme a Moscon che invece ha proseguito.

La stoccata di Roglic

Tutta la corsa si è così racchiusa negli ultimi 2 km della scalata finale verso il traguardo, con tutta la Sky schierata in testa al gruppo ridotto ad una cinquantina di corridori. Sulla prima rampa dura il plotone ha iniziato a selezionarsi e Primoz Roglic (Lotto NL Jumbo) ne ha approfittato per cogliere tutti di sorpresa. Essendo ad oltre due minuti in classifica il corridore sloveno non ha scatenato la pronta reazione dei pretendenti alla vittoria finale. Roglic ha poi rinforzato il suo ritmo nel breve falsopiano prima dell’ultima rampa, guadagnando lo spazio decisivo.

Van Avermaet (BMC) ha rotto gli indugi per cercare di riaprire la situazione, ma non ha retto a lungo e Sagan (Bora) non è stato della partita staccandosi dai migliori. Lo scatto finale di Yates (Mitchelton) non ha così impensierito Roglic, che è andato a vincere la tappa davanti al britannico e al trionfatore della Strade Bianche Tiesj Benoot. Geraint Thomas (Sky) è arrivato subito dietro, con Uran, Landa, Moscon, Bardet, Froome a seguire e Nibali qualche secondo più attardato.

La classifica è stata riscritta con un Team Sky presente in massa nelle prime posizioni.

Geraint Thomas è davanti a tutti, con lo stesso tempo di Van Avermaet che però presumibilmente domani si farà da parte sulla lunga salita di Sassotetto. Froome è a 3’’, con Caruso a 8’’, Kwiatkowski e Jungels a 9’’.