Alla fine, come spesso accade in Coppa Davis, la giornata decisiva è stata quella del doppio: il match che è in grado di indirizzare il confronto quando il venerdì si chiude in totale equilibrio. È successo anche nel quarto di finale tra Italia e Francia, disputato questa domenica sulla terra rossa di Valletta Cambiaso a Genova.
La fiera delle occasioni perdute
Sulla carta la sfida si presentava ardua, malgrado i transalpini, campioni in carica, si presentassero senza le stelle Jo-Wilfried Tsonga, Gaël Monfils (entrambi infortunati) e Richard Gasquet (per scelta tecnica del capitano Yannick Noah).
C'era però Lucas Pouille, attualmente l'undicesimo giocatore al mondo - e la sua presenza è stata determinante fin dalla prima giornata di singolari.
Proprio il numero uno francese ha rotto il ghiaccio contro il veterano Andreas Seppi, il quale, confermando la propria attitudine per le maratone, ha trascinato l'avversario al quinto set, rimontando due partite per poi cedere sul più bello. Sarebbe stata solo la prima delle occasioni perse dagli azzurri in un weekend rivelatosi comunque molto equilibrato: basti pensare che la prima giornata si è chiusa sull'1-1, in virtù della vittoria che il nostro numero uno Fabio Fognini (che giocava "in casa", essendo nativo di Sanremo) ha conquistato in rimonta contro Jérémy Chardy.
A quel punto, tutta l'attesa era per il doppio di sabato.
L'allungo della Francia
Si affrontavano due tra le migliori coppie al mondo: da una parte Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut, dall'altra ancora Fognini, affiancato questa volta da Simone Bolelli. Entrambe le coppie hanno nel proprio palmares almeno un titolo Slam, con la particolarità che il duo azzurro ha conquistato il proprio (agli Australian Open 2015) battendo in finale gli stessi rivali del giorno.
Era dunque lecito attendersi un match alla pari: è stato invece un incontro a senso unico. I nostri alfieri hanno resistito fino al nono game del primo set, per poi essere spazzati via in neppure due ore di gioco. 2-1 per la Francia: la montagna da scalare diventava durissima.
Sarebbe servita un'impresa a Fognini, nel primo dei due singolari domenicali: pareggiare il conto nella sfida tra numeri uno con Pouille, in modo da poterci poi giocare il tutto per tutto nell'ultimo match.
Ci ha provato, il tennista ligure: è partito alla grande, dominando il primo set. A quel punto, però, ha dovuto subire il ritorno di Pouille, che ha a sua volta stravinto la seconda partita. Ed è arrivato il terzo parziale, quello delle occasioni sprecate: Fognini, infatti, è stato per due volte avanti di un break, ha subìto il controbreak mentre serviva per la partita sul 5-3, si è visto annullare tre set point nel gioco successivo (sul servizio del francese), e a quel punto, come troppo spesso gli accade, è stato tradito dai nervi. Il tie-break del terzo set è volato via sulle ali degli errori del beniamino del pubblico che, sempre più deconcentrato, ha ceduto nuovamente la battuta all'inizio del quarto set: un parziale in cui ha avuto un sussulto d'orgoglio nel settimo gioco, in cui ha a sua volta strappato il servizio all'avversario.
Ancora una volta, però, la rimonta è rimasta incompleta: l'ottavo game ha visto un nuovo break di Pouille che, nel successivo turno di battuta, ha chiuso definitivamente la sfida. Gioco, partita, incontro.
Al termine del match, il capitano dell'Italia, Corrado Barazzutti, ha espresso il suo rammarico per un incontro che è "girato male", riferendosi in particolare al terzo set. D'altronde, Fognini è così: genio e sregolatezza. In altre occasioni si era caricato sulle spalle l'Italtennis, questa volta il miracolo non è riuscito.
Sarà dunque la Francia a sfidare in semifinale la Spagna di Rafa Nadal, puntando al bis dell'Insalatiera: all'Italia resterà l'amarezza per le tante opportunità dilapidate, ma anche l'orgoglio di aver impensierito - più di quanto ci si potesse attendere - la corazzata dei campioni in carica.