Il presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, ha partecipato, nel pomeriggio di oggi nell'impianto sportivo di Santa Sabina di Perugia, alla cerimonia di inizio della "Star Cup", un torneo di calcio a 5 che vede impegnate più di 100 squadre provenienti dalle varie parrocchie e promosso dal Coordinamento oratori perugini in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile. Torneo che si concluderà martedì 1° maggio.
Al taglio del nastro
Hanno preso parte, oltre al cardinale Bassetti, anche la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e l'assessore regionale Antonio Bartolini.
La governatrice ha ricordato di credere molto nel mondo degli oratori e "in questo progetto in particolare, perché promuove lo sport di tutti". Marini rivolgendosi ai piccoli sportivi ha sottolineato in particolare i valori della vita che si apprendono anche praticando varie discipline sportive. Inoltre ha evidenziato l'importanza degli oratori, luoghi in grado ancora di trasmettere un'educazione sana. Sulla stessa falsa riga l'assessore Bartolini che ha rivolto i migliori auguri agli atleti e in particolare alle ragazze che si cimenteranno col calcio a 5.
L'iniziativa e la sua storia
Da dodici anni c'è uno slogan che accompagna questa iniziativa: “E' il primo torneo che si gioca dentro e fuori dal campo”.
Star Cup, è nata nel 2006 da un’idea di alcuni ragazzi e ragazze della diocesi di Perugia insieme a don Riccardo Pascolini, che è appunto il responsabile del Coordinamento oratori perugini. Nel corso degli anni la manifestazione è cresciuta molto, al punto che si è sentita anche la necessità di qualificare maggiormente le persone che lavorano al fianco dei giovani, ha avuto modo di spiegare don Pascolini, attraverso una nota stampa pubblicata sul sito dell'arcidiocesi.
E l'obiettivo, ovviamente, come sottolinea il sacerdote, non è certo quello di insegnare schemi di gioco o la tattica per vincere una partita o l'intero torneo. Qui in ballo ci sono valori più profondi che si chiamano rispetto, amicizia, fede, "riconsegnando così anche al calcio la capacità di educare e di evangelizzare", dice ancora don Pascolini.
Adesso negli impianti di Santa Sabina si gioca, e chi scende in campo dà il massimo per accaparrarsi la vittoria finale, sapendo comunque che se anche dovesse uscire sconfitto, la sua vittoria l'ha già ottenuta con la sola partecipazione.