Il flop di Fabio Aru in questa sua prima stagione alla UAE Emirates è stato uno dei motivi di maggior discussione nel mondo del Ciclismo. Nella scorsa sessione di ciclomercato, lo scalatore sardo era passato a suon di milioni dalla Astana alla squadra diretta da Giuseppe Saronni con grandi ambizioni. Alla prova dei fatti, però, la stagione dell'ex campione d'Italia si è risolta in una delusione completa, e non solo per il ritiro con cui ha concluso il suo Giro d'Italia.

Aru non è mai stato competitivo nelle corse alle quali ha preso parte: una caduta di prestazioni piuttosto clamorosa che, ad oggi, non ha ancora trovato una spiegazione precisa.

Martinelli: "Se non torna abbiamo buttato via un campione"

Il 2018 di Fabio Aru era iniziato a febbraio con l'Abu Dhabi Tour, la corsa di casa della sua nuova squadra, la UAE Emirates, che lo aveva ingaggiato pochi mesi prima con un contratto faraonico. Dopo quel debutto, l'atleta sardo ha corso alla Tirreno-Adriatico arrivando quarto nella tappa più impegnativa, quella di Sassotetto. In maniera clamorosa ed imprevedibile, questo è stato il miglior risultato ottenuto da Aru nel corso dell'intera stagione. L'ex tricolore è sempre stato in difficoltà in ogni competizione, perdendo terreno dai migliori su tutte le salite al Giro d'Italia, e concludendo la corsa rosa con un ritiro.

Anche nella seconda parte di stagione Aru si è trascinato faticosamente nelle retrovie, finendo la Vuelta Espana al 23° posto e rinunciando alla convocazione per i Mondiali a causa della sua condizione precaria.

Sulla difficile situazione dello scalatore della UAE Emirates è intervenuto Beppe Martinelli, che per tanti anni lo ha guidato dall'ammiraglia della Astana, portandolo ad altissimi livelli. Con la squadra kazaka, il ciclista sardo ha vinto una Vuelta Espana, è salito due volte sul podio al Giro d'Italia, ha conquistato il titolo tricolore e tappe di montagna in tutti e tre i grandi giri, vestendo anche la maglia gialla al Tour de France.

Il tecnico bresciano, intervistato dalla "Gazzetta dello Sport", ha affermato di credere fermamente nel talento di Aru, messo in discussione da molti dopo il flop di questo 2018: "Deve tornare fuori, altrimenti avremmo buttato via un campione - ha dichiarato il ds della Astana - Io con lui ho fatto due podi al Giro e vinto una Vuelta, e questo vuol dire che il corridore c'è.

Poi mi domando cosa gli sia successo".

"Perché lo hanno portato in Cina?"

Il tecnico della Astana ha puntato il dito contro la nuova squadra di Aru e il modo in cui è stato gestito il corridore, anche dopo che si erano palesate chiaramente le sue difficoltà: "Aru è una persona intelligente - ha spiegato Martinelli, che ha seguito dall'ammiraglia lo scalatore sardo per sei anni - Deve avere vicino persone altrettanto intelligenti, ma su questo ho dei dubbi. Lo hanno portato in Cina, ma a fare?", si è chiesto il tecnico lombardo, riferendosi alla trasferta del Tour of Guangxi, la corsa a tappe cinese che si è conclusa il 21 ottobre e con cui Aru ha chiuso la sua annata. "Perché quando ha rinunciato al Mondiale non ha staccato? Averlo portato là a correre è un segnale che chi c'è attorno non vuole cambiare", ha concluso il dirigente bresciano.