Per il Ciclismo italiano il presente è ricco di contraddizioni e il futuro carico di incognite. I corridori azzurri sono ancora presenti in gran numero nel World Tour, così come anche manager e tecnici. Il nostro movimento non ha però più da anni una squadra nella categoria maggiore, ed anche a livello giovanile l’Italia non è più tra i punti di riferimento non essendo rimasta al passo con i cambiamenti arrivati da altre nazioni. Il campione più rappresentativo del ciclismo italiano, Vincenzo Nibali, ha rimarcato questi aspetti contraddittori in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, da cui è stata rilanciata l’idea di una nuova squadra italiana per rilanciare il movimento.
Nibali: ‘Il motivo principale è la globalizzazione’
Anche in questo 2019 non ci saranno squadre italiane tra le 18 che compongono il World Tour, la massima serie del ciclismo mondiale. Per un movimento storico come il nostro questa è una grave mancanza che riflette anche le difficoltà che si stanno vivendo a livello giovanile e mette a rischio il futuro dei giovani talenti.
Nibali non ha nascosto la complessità del momento: “Il ciclismo italiano sta soffrendo” ha ammesso il vincitore della Sanremo. “Passare nella massima categoria è più difficile rispetto a prima. Emergere lo è altrettanto. Ogni team ha più di un capitano e si lavora per loro. Ma il motivo principale resta la globalizzazione” ha avvertito Nibali ricordando quante nuove nazioni siano riuscite a vincere nelle corse più importanti negli ultimi anni e ribadendo il paradosso di un’Italia con tanti corridori e tecnici nel World Tour ma senza nessuna squadra.
Una squadra sostenuta dagli appassionati di ciclismo
Quello della mancanza di squadre italiane nel World Tour è un tema che sta facendo discutere molto e soprattutto lo sono le varie opzioni per superare questa difficoltà. Mario Cipollini ha lanciato a suo tempo l’idea di una squadra sostenuta di fatto dallo Stato, chiedendo l’intervento del governo.
Dalle pagine della Gazzetta è rimbalzato invece il progetto di un team finanziato con il crowdfunding, l’azionariato popolare. A proporla è stato Valerio De Molli, amministratore delegato della European House Ambrosetti, il primo Think Tank italiano, coinvolto nella squadra continental di Ivan Basso e Alberto Contador. “Ripartirei dal crowdfunding, dall’azionariato popolare” ha spiegato De Molli: “Ci sono 5 milioni e mezzo di appassionati di ciclismo in Italia, se ognuno mettesse 10 euro avremmo 50 milioni, la base per una grande squadra”.
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— The European House - Ambrosetti (@Ambrosetti_) 5 marzo 2019