Tra tanti campioni attesi, il Tour Down Under, corsa d'apertura del grande Ciclismo 2020, ha portato alla ribalta anche un nome nuovo di zecca, quello del britannico Matthew Holmes. Dopo aver sempre militato in piccole squadre continental, Holmes ha avuto la grande occasione del World Tour a 26 anni compiuti grazie all'ingaggio per la Lotto Soudal.

Portato al debutto al Tour Down Under, il corridore britannico ha subito trovato una giornata di gloria vincendo tra la sorpresa generale la tappa più attesa, quella con l'arrivo in salita di Willunga.

Holmes è stato tra i protagonisti della fuga partita nelle fasi iniziali, è stato poi raggiunto da Richie Porte, ma ha trovato ancora le energie per battere inaspettatamente il campione australiano che vinceva ininterrottamente su questo traguardo da sei anni.

Ciclismo, la novità Holmes

La carriera di Matthew Holmes sembrava ormai ancorata saldamente al mondo delle piccole squadre continental, le formazioni di terza serie che disputano un calendario misto tra corse dilettantistiche e ciclismo professionistico senza potersi mai affacciare al World Tour. Dopo essersi messo in buona evidenza lo scorso anno al Tour de Yorkshire, concluso al sesto posto tra campioni come Van Avermaet e Froome, Holmes ha avuto la soddisfazione di una convocazione in nazionale per il test preolimpico sul percorso che sarà affrontato ai Giochi di Tokyo 2020.

In Giappone, nella corsa vinta da Ulissi, il britannico si è ben disimpegnato chiudendo al quarto posto, e grazie anche ad una buona conferma al Tour of Britain di settembre è riuscito a guadagnarsi la chiamata di una squadra World Tour, la Lotto Soudal. Così, a 26 anni compiuti, Matthew Holmes si è trovato catapultato nel grande ciclismo.

La squadra belga lo ha fatto subito esordire nel Tour Down Under e lui ha risposto con un successo del tutto inaspettato e maturato in maniera molto strana.

Nell'ultima tappa della corsa australiana, quella con arrivo in salita a Willunga, Holmes si è inserito nella fuga partita nelle fasi iniziali e ha potuto contare sul supporto del compagno di squadra e connazionale Jonathan Dibben.

"Non avevamo preparato un piano, ma eravamo nel gruppo di testa io e Dibben. Lui è rimasto sempre in testa e io mi sono risparmiato", ha spiegato poi il 26enne britannico.

Ciclismo, Holmes: 'Non ho idea se sono uno scalatore'

Quest'avventura nata un po' per caso ha assunto poi i contorni del vero e proprio sogno, portando il semi sconosciuto Matthew Holmes a diventare il vincitore della tappa più attesa del Tour Down Under, il primo appuntamento stagionale del grande ciclismo. Il corridore della Lotto è rimasto al comando con Storer e Armirail sulla salita conclusiva, ma sui tre fuggitivi è rinvenuto a grande velocità Richie Porte, pronto a firmare per la settima volta consecutiva questo traguardo.

L'australiano ha passato in tromba i corridori che erano in fuga dall'inizio della corsa, ma Holmes ha avuto una reazione inattesa, è riuscito a rispondere alla sua progressione e poi a sorpassarlo sul rettilineo finale per andare a vincere.

La favola di Holmes si è dipinta di colori ancora più caratteristici nel dopo corsa, quando il corridore della Lotto ha ammesso candidamente il suo stupore, sembrando catapultato nel grande ciclismo da chissà dove. "Che io sia uno scalatore? Non ne ho nessuna idea, non avevo mai fatto una salita, sono sempre rimasto in Gran Bretagna negli ultimi sei anni, ma sembra che mi piaccia", ha dichiarato.

"Non che ci fosse pressione su di me, ma ora posso rilassarmi un po' e aiutare Caleb Ewan nella Cadel Evans Great Ocean Road Race" ha concluso il britannico pensando alla corsa di domenica prossima.