Il primo dei due gran premi di Misano ha regalato tanti spunti. Molte sono state le sorprese, poche invece le conferme. La più grande, sicuramente, quella della presenza parziale del pubblico. 10 mila spettatori per provare a tornare alla normalità. Il gran premio lo ha vinto l'italiano Franco Morbidelli, alla sua prima vittoria nella massima classe. Un pilota giovane, talentuoso e molto umano. Domenica scorsa ha corso con un casco molto speciale, per ricordare che nel mondo siamo tutti uguali, e non dovrebbero esserci differenze razziali. In pista ha imposto da subito il suo ritmo e nessuno è più riuscito a prenderlo.

In testa dal primo all'ultimo giro, ha meritato la vittoria. Ramon Forcada, il suo capotecnico, è pronto a farlo crescere ancora. Tutt'altra aria, invece, per il suo compagno di squadra Fabio Quartararo. Il pilota francese, che aveva tutte le carte in regola per una gara d'assalto, ha steccato, finendo per perdere la testa del mondiale. Da una partenza sbagliata, non è riuscito a rimontare e, per colpa di una gomma surriscaldata, la sua gara è finita dopo pochi giri sulla ghiaia. Dopo 50 punti raccolti nelle prime due gare, il futuro pilota della Yamaha ufficiale ha visto il suo bottino ridursi a soli 20 punti conquistati nelle successive quattro, non un ritmo da titolo sicuramente. Ma, insieme a lui, ci sono altri 9 piloti racchiusi in 23 punti.

Il mondiale, pertanto, è ancora alla sua portata.

Ducati leader ma senza gioia, Suzuki da titolo

E chi l'avrebbe mai detto che una Ducati spenta, con continui problemi alle gomme e la frattura con il suo pilota numero uno, Andrea Dovizioso, si sarebbe ritrovata leader del mondiale. Andrea Dovizioso, unico pilota sempre a punti insieme a Nakagami dall'inizio, si ritrova in testa al campionato, ma con pochi sorrisi e molti dubbi.

La sua Desmosedici soffre molto le gomme e le sue motivazioni negli ultimi gran premi si sono ridotte di parecchio. Questo alla luce anche dello sbalorditivo secondo posto di Francesco Bagnaia, che con una Ducati Pramarc e reduce dall'infortunio alla tibia, ha fatto sognare i tifosi della rossa. Entusiasmo anche in casa Suzuki dopo il gran terzo posto di Mir.

Il giovane pilota ha girato fortissimo negli ultimi giri compiendo il sorpasso su Valentino nelle ultime curve. Anche per lui c'è la possibilità di arrivare ad un incredibile titolo mondiale.

Rossi c'è sempre, Vinales sempre meno

Gioie e amarezze nel team Yamaha. Delle tre vittorie stagionali della casa giapponese, nessuna è arrivata dal team ufficiale. Entrambi i piloti si trovano a 18 punti di distanza dalla vetta ma con un peso diverso. Mentre Vinales esplode il sabato, con giri da paura, per poi vanificare tutto in gara, procedendo a rilento e senza costanza, Valentino Rossi rimane una certezza. A 41 anni, il Dottore riesce ad essere ancora costante e a giocarsela sempre per i primi posti. Non ha più lo spunto di un tempo, ma il coraggio e la voglia di lottare non gli mancano, a differenza del suo compagno si squadra.