In una tappa che doveva essere interlocutoria, una giornata riservata ai velocisti in attesa dei Pirenei, il Tour de France ha invece regalato lo spettacolo più elettrizzante di questa prima settimana di corsa. A causa del forte vento e di un’azione insistita della Bora hansgrohe fin dalle prime pedalate, il gruppo si è spezzato in più parti. Nel finale anche la Ineos ha forzato i tempi mettendo in difficoltà Landa e Pogacar, arrivati in ritardo. La tappa si è poi decisa con una volata tra una quarantina di corridori e il secondo trionfo di Wout van Aert, grande mattatore di questa fase seconda parte della stagione.

Tour de France, Bora all’arrembaggio

La Millau – Lavaur, settima tappa del Tour de France, non ha risparmiato emozioni e sorprese nonostante un percorso non particolarmente impegnativo. Il gruppo è stato però sferzato dal vento che ha cambiato le carte in tavola trasformando una tranquilla giornata da volata generale in una lotta senza pause a cinquanta all’ora. La Bora hansgrohe di Peter Sagan ha subito approfittato della situazione climatica per attaccare in maniera decisa nelle fasi iniziali.

Il gruppo si è spezzato in più parti e molti dei velocisti più forti, come Ewan e Bennett, sono rimasti irrimediabilmente attardati. Sagan e compagni hanno insistito per più di 50 chilometri a ritmi forsennati, per poi calmarsi un po’ una volta accumulati diversi minuti di vantaggio su tutti i gruppetti inseguitori. Thomas De Gendt ne ha allora approfittato per un’uscita solitaria che però ha riacceso il gruppo, e dopo qualche decina di chilometri in avanscoperta, il belga della Lotto è stato raggiunto.

Volata imperiale di van Aert

La corsa si è nuovamente infiammata a circa 35 km dall’arrivo, quando la Ineos ha deciso di approfittare di un nuovo tratto più esposto al vento dando un’accelerata poderosa con Kwiatkowski.

Il gruppo si è ulteriormente spezzato e davanti sono rimasti solo una quarantina di uomini. Tra questi si sono notate due assenze pesanti, la maglia bianca di Tadej Pogacar e il capitano della Bahrain McLaren Mikel Landa, entrambi finiti nelle retrovie del gruppo dopo una foratura e una banale caduta e rimasti staccati sull’azione imposta dalla Ineos.

Il ritmo è rimasto altissimo nel gruppo al comando e il distacco di Pogacar e Landa è salito ad oltre un minuto nonostante l’impegno dei rispettivi compagni di squadra. Anche Carapaz è finito poi in questo gruppo si ritardatari a causa di un problema meccanico che lo ha costretto ad una sosta imprevista.

Nel finale la mancanza dei treni per guidare la volata ha portato ad uno sprint un po’ caotico, in cui la classe e la potenza di Wout van Aert hanno però messo tutti d’accordo.

Il belga ha sfruttato il lavoro della NTT per Boasson Hagen per poi uscire con il suo sprint imperiale andando a vincere largamente. Boasson Hagen ha chiuso secondo davanti a Coquard e Laporte, mentre Sagan non è riuscito a farsi largo nel finale arrivando solo 13° dopo un contatto con Hofstetter, un finale amar per la Bora dopo il grande lavoro nelle fasi iniziali e centrali della corsa.

Il gruppo di Pogacar e Landa è arrivato con 1’21’’ di ritardo, un passivo pesante pensando alle opzioni di classifica generale di entrambi i corridori. Da segnalare con loro anche Porte, Mollema, Aru, Chaves e Carapaz, tutti accreditati dello stesso ritardo.

In classifica generale Adam Yates ha mantenuto la maglia gialla con 3’’ su Roglic e 9’’ su Martin. Pogacar è precipitato a 1’28’’, Landa a 1’34’’.